Se rimandiamo le nostre osservazioni al processo dell’evoluzione sociale, ci rendiamo conto che laddove la donna non viene tenuta in considerazione, la stessa viene, dal pensiero comune, vista e sentita come some semplice “incubatore” della vita, come strumento della riproduzione umana.
Ebbene, se penso alla donna come semplice “incubatore”, allora ne vedo l’immensa grandezza, l’immensa forza, l’immensa potenzialità che l’uomo, nella sua piccolezza, ha sempre sottovalutato. Non dimentichiamo neanche che nelle culture più antiche, la donna primeggiava, e dove primeggiava regnava anche la pace: “Ci sono studi che indicherebbero come nell’Europa antica fosse esistita una forma di società pacifista, matrilineare ed endogama, che era egualitaria sul piano economico e che poneva le donne al centro delle cerimonie spirituali.1 All’interno di questa stessa Europa, in Irlanda e Inghilterra, ritroviamo il culto di una grande dea. I luoghi di culto delle dee matriarcali hanno il loro apogeo in Austria, Germania, Italia e in Svizzera. Alcuni esempi di questi luoghi: Le Vergini Nere in Baviera e in Svizzera, il mitico paesaggio di Lenzburg, le montagne sacre di Rigi e Pilato, le incisioni rupestri della Val Camonica, i menir d’Yverdon. Ai tempi di Cesare, presso i Bretoni delle isole, i fratelli di una stessa famiglia diventavano i mariti della moglie del fratello maggiore e, viceversa, le sorelle cadette della donna diventavano le spose di questa associazione matrimoniale”. Marija Gimbutas/Joan Marler Gimbutas: Le Dee e gli Dei dell’Antica Europa, Londra 1974, 1989 (Thames&Hudson) – https://www.armoniedonnebologna.it/studi-matriarcali-2/le-societa-matriarcali-nel-mondo/.
Dal mio piccolo punto di vista, comprendo il pensiero di Dafne, e sono convinto che l’uomo abbia paura della donna semplicemente perchè ha paura che gli venga tolto il controllo, gli venga tolto il potere di decidere, gli venga tolta l’autorità che la storia ha sempre decretato che gli spetti.
Quanto è piccolo questo punto di vista. E’ dimostrato che l’equilibrio perviene solo ed unicamente nel momento in cui parti distinte trovano il loro punto di incontro, il loro esatto concatenamento, la loro unione: se l’uomo fosse in grado di percepire solo un milionesimo della potenzialità di essere un Uno con il Tutto, si verificherebbe quella Unione indissolubile tra uomo e donna che porterebbe alla comprensione che non esistono differenze, ma solo false concezioni di quello che siamo.
Vi ritrovo sempre qui in un meraviglioso scambio di idee.
Vi abbraccio.