Rispondi a: La Scienza Ermetica nelle Arti

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wiwa70
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Ciao a tutti! Ho trovato interessante la mostra intitolata “Surrealismo e magia. La modernità incantata”(Venezia, Collezione Guggenheim) dal 9 aprile al 26 settembre 2022, che si rifà al manifesto del suo fondatore del 1924, Breton, e ai “Segreti dell’arte magica surrealista” in cui attraverso un excursus di opere d arte si vuole mettere in evidenza come fu determinante l’apporto della magia, alchimia e utilizzo dei tarocchi nella visione di una vita che si stava sganciando dalle certezze del positivismo materialista ma allo stesso tempo si voleva salvaguardare l’immaginazione sottraendola come fu detto alla “religione istituzionalizzata”. L’artista dunque, diventa mago-alchimista in grado di dominare i 4 elementi e il simbolo creativo di ciò, diventa la ‘carta del giocoliere’, dando un metodo per comprendere e trasformare la realtà, che diventa volontà, a cui si vogliono fortemente radicare, allontanandosi dal concetto di paranormale. In ogni artista da Flamel, legato alla ricerca della pietra filosofale fino a Seligman che riteneva la magia una forza capace di emancipare l’essere umano, si inseriscono immagini mitologico-simboliche femminili archetipali tra cui il mito della fata Melusina, o la dea celtica Epona, il cui simbolo è l’uovo, che rappresenta il potere femminile di rigenerazione di ogni tempo; da qui anche “La vestizione della sposa” di Ernst, in cui le nozze alchemiche sono simbolo di unione e trasformazione nell’opera degli “Amanti”. Masson, d altro canto, nella ‘Metamorfosi delle piante’ ipotizza che da un’unica pianta siano nate tutte le altre. L’espressione più originale , a mio parere, del movimento risulta essere quello di Leonora Carrington, “in cui l’uovo è al centro di rituali magici di trasformazione cui sovrintendono entità femminili supreme o nei processi delle nozze sacre tra principio maschile e femminile ‘ambientati in atmosfera sacra’, temi esplicitati nella sua opera ‘il Negromante'(mi ha ricordato l’Homus Niger di Palazzo Schifanoia, in cui campeggia in alto a destra una stella- fiore- patente??!) Ad una intervista che rivolsero alla pittrice, Ella rispose che” il suo intento era quello di spronare l’uomo contemporaneo a precipitarsi verso la confusione primordiale dove il leone d’oro guarda con i suoi occhi tondi, nella profondità del loto, l’unicorno dalla groppa di latte, bagnato dalle lacrime ristoratrici della luna nuova” con l’obiettivo di arrivare a un “Ritorno alla sorgente delle cose”, perchè solo nel bizzarro oceano della magia l’essere può trovare salvezza per se stesso e per il suo pianeta malato”.
Le sue parole, in una Parigi esoterica del tempo, riecheggiano ed evocano quasi quelle di un sacerdozio novecentesco tutto al femminile, o almeno questa ne è stata l’ impressione….una buona giornata a tutti

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