Questa favola mi è sempre parsa descrivere qualcosa di interno a noi, una sorta di percorso verso il nostro Principio vitale più che verso un altro essere umano. Insomma l’allegoria dell’anima che cerca la sua CAUSA. E ho osservato che gli animali vivono in uno con la propria causa in quanto in loro amore è Eros, firza di attrazione volta a generare per il perpetuarsi della specie. In noi umani che abbiamo il seme del raziocinio qyesto istinto è soggetto allo sguardo e – da lì – proprio come avviene per Psiche alla perdita di quel contatto panico chevtipizza l’animale. Solo con un lungo percorso e guidati dai Maestri ( i misteri di Venere?) ci si riavvicina alla propria Causa non più in modo istintivo ma via via integrato.
O almeno questa mi era psrsa un’interpretazione (da oggettivare naturalmente). E in tale prospettiva l’avevo pstagpnsta alla mela mangiata nel giardino di Eden: patafiso terrestre in cui si vive però senxa consapevolezza.