Buona domenica a tutti!
Per Mandragola:
Provo a uscire dal senso figurato e chiarire meglio quanto intendevo.
Le nostre azioni producono sempre delle conseguenze, dentro e fuori di noi. Il ‘dare’, quando esercitato entro il perimetro del ‘giusto e necessario’ e dell’ortodossia, attiene alla condizione e alla funzione di tramite, che implicano neutralità, equilibrio e consapevolezza, via via maggiori man mano che si procede sulla via dell’integrazione. Travalicare questa funzione, per personalistiche velleità, per una distorta visione di ciò che è giusto e di ciò che è bene, o anche solo per fraintendimento, significherebbe spostarsi dalla condizione di neutrale equilibrio e generare così uno scompenso (in senso figurato i ‘debiti’), per ripianare il quale, se e quando ancora possibile, sono richiesti lavorio ulteriore, energia e tempo necessari per individuarne le cause, demolire strutture e sovrastrutture non allineate allo scopo o condizionanti,rimuovere i detriti e rimettere le cose in ordine.
Spero di aver chiarito meglio quanto espresso nel post precedente, col quale intendevo mettere a fuoco solo un aspetto, come ho detto per me cruciale, del ‘do ut des’; un aspetto che, come giustamente rileva Diogenonn, è strettamente connesso all’esercizio della terapeutica ermetica, ma che penso possa estendersi a 360 gradi nel nostro agire da Miriamici.
Un caro saluto a tutti.