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mandragola11
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sì, Wiwa, speriamo bene!
Leggendoti sull’argomento, mi è tornato in mente il dialogo tra Giuliano e il Discepolo, argomento cancro (Dialogo V).
Non si commenta,ma ci si può riflettere però, cercando alla luce degli input ricevuti dalla D+G+, di coglierne il senso sperimentale.

Giuliano. – E siamo di nuovo ai documenti! La nostra è scuola per far comprendere la maniera di mettersi in condizione tale da produrre il piccolo miracolo in voi stesso. Quando avrete ottenuto un risultato tangibile da una operazione fatta da voi, non potete dire che vi ho preparato un inganno. A che cosa approderebbero i certificati di guarigioni compiute? Si direbbe che sono piccoli trabocchetti per ingannare gli scemi. Un nostro valoroso amico e fratello ebbe una lezione del genere parecchi anni fa, mentre la sua pazienza allo studio era accompagnata dall’entusiasmo apostolico di voler far propaganda.Una sua governante ammalò di un tumore e fu visitata da medici preclari: tutti di accordo lo definirono cancro. Operazione chirurgica da eseguire e nessun rimedio differente dalla mano del chirurgo. La donna rifiutò di farsi operare e fu dichiarata moritura a brevissima scadenza. Il nostro amico, il padrone cioè, stimò che, essendo la sua governante spacciata da tanti medici concordi, egli potesse curarla alla sua maniera, e si accinse alla bisogna, ricorrendo alla nostra terapeutica…
Discepolo. – … la quale non si sa di che medicamento si serve…
Giuliano. – Medicamento unico di cui paleremo in seguito, se vi farà piacere continuare queste conversazioni. Per la cura del tumore, mi pare di avermi l’amico raccontato di essersi servito del prezzemolo…
Discepolo. – … per condire la minestra…
Giuliano.- …per curare il cancro. Delle lavande con acqua di prezzemolo. Il cancro, dapprima puzzolente, divenne inodoro, poi diminuì di volume, diminuì ancora e restò pietrificato alla grossezza di una piccola noce.
Discepolo. – E il vostro amico non presentò questo miracolo a professori celebri delle università nostre,ad accademie di medicina di Parigi, Londra e Berlino per stordire, con la notizia, tutto intero il mondo scientifico?
Giuliano. – Il nostro amico ne parlò a tutti i medici che avevano visitata la malata e tutti, d’accordo anche questa volta, dichiararono che… si era dovuto certamente sbagliare la diagnosi, perchè se il tumore era guarito, la guarigione documentava che esso era stato mal diagnosticato per cancro.
Discepolo. – Un successo ameno!
Giuliano. – Un successo che bisogna ricordare, perchè insegna a fare, a tentare, a praticare senza domandare certificati e senza pretendere di convertire i saraceni del maomettanesimo scientifico. Quando io parlo di integrazione dei poteri nascosti in noi, credo di parlare chiaro e liberamente della possibilità di perfezionare l’organismo umano, in maniera che tutte le funzioni abortite o atrofizzate riprendano il loro valore massimo non solo, ma che i valori non sospettati del nostro corpo mentale si svolgano attivamente fino a diventare eccelsi. Per ottenere questo come meta dei vostri studi, dovete tollerare che, se parlate troppo di guarigioni e di miracoli, vi esponete a diventare bersaglio dei sorrisi protomedicali di tutto il paradiso scientifico. Allora io tollero la canzonatura perchè vedo in essa quel tale senso comune (anzi troppo comune) che si adagia sugli allori delle idee fatte e non si scomoda neanche ad accettare l’impostazione di un problema incredibile per allenare e stimolare le facoltà da svilupparsi. […]

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