In relazione al drastico calo dei contagi COVID in Giappone il Prof. Itsuro Inoue, ricercatore capo dell’Istituto Nazionale di Genetica della Niigata University ha dichiarato al The Japan Times “La variante Delta in Giappone era altamente trasmissibile e aveva soppiantato le altre varianti. Ma crediamo che, man mano che le mutazioni si accumulavano, alla fine il virus sia diventato difettoso e non sia stato più in grado di replicarsi. Considerando che i casi non sono aumentati, pensiamo che a un certo punto sia andato verso l’estinzione naturale a causa delle mutazioni” L’immunologo italiano Mauro Minelli così spiega il fatto “Sembrerebbe che la variante Delta abbia accumulato troppe mutazioni a carico della proteina nsp14, responsabile della correzione degli errori di copiatura durante la replicazione virale. Il malfunzionamento della proteina avrebbe innescato l’autodistruzione dell’agente virale. Non è una novità assoluta: è un meccanismo conosciuto ma che in questo caso, se l’ipotesi fosse confermata, avrebbe il primato di aver reso manifesti i punti deboli del coronavirus”.
A me sembra una buona notizia!