Personalmente non faccio diari, ma tengo conto delle pratiche che svolgo, possibilimente notando se c’e’ qualcosa che mi salta all’occhio qualcosa di particolare, ed i risultati.. con l’idea di rileggere piu’ avanti (cosa che faccio piu’ raramente). un altra cosa che faccio e’ annotare le volte in cui cado in difetti che voglio combattere, e se c’e’ qualcosa che secondo me mi ha aiutato a cadere in quel momento. il fatto di scriverli mi da un po’ l’illusione di controllarli a posteriori, oltre ad avere una visione dell’andamento generale. detto questo, credo che scrivere un diario possa essere molto utile per prendere coscienza di se e dei propri pensieri, esteriorizzarli per osservarli a specchio, liberarsene fissandoli quando sono troppo invadenti, od anche imparare ad elaborarli attraverso il processo della scrittura. penso che ci sia una qualche analogia con il disegnare che oltre alla funzione estetica aiuta a vedere cio che si disegna, o al visitare una mostra con altra persona.. il che spinge a comunicare delle osservazioni che altrimenti rimanevano spesso inconsapevoli e percio’ meno arricchenti. se non tengo un diario e’ principalmente per pigrizia, ma negli anni qualche volta ho fatto qualche tentativo, e rileggendo anni dopo quello che avevo scritto sono rimasto sempre sorpreso, in genere in meglio.. probabilmente al momento ero meno cosciente di quel che pensavo e rileggerlo con gli occhi di qualche anno dopo ti fa vedere le cose in modo nuovo… cosi come rileggere gli scritti del Kremmerz.. piu’ che altro quello che mi sorprende e di tenere un diario pubblico.. cosa che difficilmente farei, ma questo probabilmente e’ questione di carattere. buona domenica a tutti