La mia migliore amica ha deciso di non vaccinarsi e di non far vaccinare i figli. Mi ha detto testuali parole: “i miei figli non si toccano”. Dopo 20 anni di amicizia so che lei non è una persona superficiale. Tanti anni fa partecipo’ anche ad alcuni nostri incontri aperti al pubblico, perché aveva, e conserva, una certa sensibilità nei confronti di alcuni argomenti. Lei fa parte di un gruppo che sostiene la medicina preventiva nelle cure del covid, anziché l’attuale protocollo di vigile attesa e Tachipirina in caso di contagio. Una sera mi ha fatto leggere il bugiardino di un vaccino (uno X, inutile dire quale); la sperimentazione, c’era scritto, si concluderà solo a dicembre del 2023 e, per ora, secondo la normativa europea, il vaccino risulta approvato ma non autorizzato (procedura straordinaria in caso di mancanza di cura ufficiale). Inoltre lo studio prevede somministrazioni placebo, in cieco per l’ossevatore. Qualcuno insomma (qualche fortunato? Sfortunato?) riceverà un cicchetto di acqua fisiologica. Direi che la neutralità e’ d’obbligo.
Comunque, il fatto che alcuni medici puntino ad una medicina preventiva ha azionato delle campanelline in me: in fondo la strada ermetica, il percorso miriamico, non sono uno strumento di prevenzione e di volontà in azione sulla materia, sul corpo per permettere l’evoluzione?
Mi sento talmente piccola, un puntino, in questa giostra pandemica che vorrei solo abbracciarmi alla Miriam, al mio tronco sicuro, per poter superare le rapidi e raggiungere la quiete del mare.