Mi viene da pensare che un balzo avanti nell’evoluzione sia stata ogni volta che l’essere umano è riuscito a ‘fissare’. Ad esempio, la costruzione che fissa la forma (es. piramidi) o l’immagine che fissa il gesto, o addiritura la scrittura che fissa il pensiero e la musica.
Poi, in epoca recente, ecco giungere la possibilità di fissare anche la dimensione temporale: il cinema, il fonografo…
E oggi, epoca di rete, ad ogni istante si fissano emozioni utilizzando ‘traduttori’ dei sensi coinvolti in modo multimediale.
Senza fissazione non ci sarebbero oggettivazione né rettifica né evoluzione.
Alla fine, dunque, noto che si chiama ‘arte’ ciò che riesce a discernere, tradurre e fissare la forma di cui i sensi (o dovrei dire i neuroni?) possono cibarsi.
Insomma l’arte mi sembra un’agricoltura dell’anima.