Una sola annotazione all’articolo che riporti, Mandragola: il ‘nostro’ virus se ne sta ben protetto all’interno delle cellule nel nostro corpo saturniano, dove i raggi solari proprio non giungono… Però, gli stessi autori riconoscono che sarà consolante quell’aspetto sano e bello che avremo per effetto abbronzante delle ‘macchinette’ che da qui a poco vorranno invitarci ad acquistare…
Vorrei invece condividere con voi, perché ne ha dato il consenso, le riflessioni che Angelo Bianco, Chirurgo Generale, La Spezia, ha postato sul gruppo FB, dove i tanti colleghi coinvolti nel dramma Covid si sono scambiati in questi mesi osservazioni e informazioni, ipotesi e proposte, sfinimento e speranze. Ciò che scrive non fa notizia, non solletica la stampa al pari di tutto quanto accade ‘normalmente’…
<<Succede solo quando lavori di notte in pronto soccorso, quando va in scena la rappresentazione del dolore più intima che è quella dell’anima, il dolore che ha paura del buio, quando la solitudine degli anni fa più pesante ogni cosa tranne le palpebre.
“Mi sono svegliata perché ho il cuore che batte forte, adesso mi fa male” e mi indica il punto preciso sul torace anche se poi non è sempre lo stesso “adesso però non mi fa più male, che strano, prima si”. È così tutta la notte, è una cronaca minuto per minuto, tra il dolore peregrino, i racconti dell’orto e del figlio che lavora a Milano, perché parlare è il suo bisogno, ed è la mia migliore terapia.
Penso a mia madre, 84 anni, nella sua casa giù al Sud, ancorata alle sue cose ma fragile nelle sue paure, penso a tutti i nostri anziani che sono stati costretti alla dimora di un letto senza un affetto, penso alla cura della malattia che non ha curato la loro notte insonne, penso a quanti sono morti senza un ultimo abbraccio.
Questa notte faccio compagnia alla paura degli anni, non è solo tutto Covid, la sua mano mi stringe forte e le accende il sorriso, quieta il dolore e tra qualche ora tornerà nel suo orto, il cuore non le fa più male, adesso è il mio che batte forte, succede quando lavori di notte in pronto soccorso, quando forse non serve fare solo il medico, quando sei solo ancora un figlio, quando un po’ stanotte nei ricordi siamo soli anche noi.>>