Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

Home/Il Forum della Schola/LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE/Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE
garrulo1
Partecipante
Post totali: 458

Riprendo dal post di Buteo del 23 aprile u.s., in cui palesi la possibilità di utilizzo di determinati comportamenti come simboli nel regno animale (se ho compreso bene). Il rituale di corteggiamento che mette in pista il maschio della Paradisea per quanto si sa, per quanto ne so, è dettato da input codificato nel patrimonio genetico della specie, non ammette varianti dettabili da una consapevolezza diciamo ad impulso di parte, segue uno schema predefinito, enfuso, modificabile, questo sempre, così è in Natura, ma in tempi lunghi. Di più non credo sia possibile spingersi, sono d’accordissimo quando affermi che “non possiamo negare né affermare, finché non abbiamo acquisito la capacità di vedere”, e qui mi viene in mente una della massime del Maestro Kremmerz, quando in uno scritto, non ricordo quale, affermava che in Magia, se vuoi saper cos’è una cosa devi diventar la cosa stessa, facendo intuire la direzione dell’identificazione in un altro essere per comprenderne appieno le peculiarità. Essendo la cosa di difficile attuazione, mi limito ad alcune osservazioni in natura nella quotidianità. Decenni fa, mentre con stupore notavo che il merlo si stava urbanizzando alla grande (mentre quando ero bambino era persino difficile vederlo nel bosco), vedevo ogni tanto scene di ordinaria predazione dei nidi da parte delle gazze, urbanizzatesi alla grande pure queste. Poi, negli ultimi anni ho osservato che le coppie di merli hanno messo a fuoco una strategia difensiva efficacissima, che simbolicamente determina una distanza di sicurezza in una precisa area, a spanne direi una trentina di metri dal nido, a quel punto, per primo il maschio che è sempre nei paraggi parte emettendo il classico verso di allarme fortissimo e volando basso intorno alla gazza, poi parte la signora, che nel frattempo senza farsi scorgere si è distanziata dal nido mimetizzata tra i cespugli per non farlo localizzare, ed a sua volta si lancia a volo basso verso il corvide portando progressivamente la gazza fuori rotta rispetto alla posizione del nido. Ho notato che tale strategia è efficace se la coppia si attiva quando il corvide è ancora distante dal nido, altrimenti diventerebbe meno efficace, e, tutte le battaglie a cui ho assistito ultimamente, in quanto appena riconosco il grido di allarme del merlo mi fiondo alla finestra o vado in giardino ad osservare, le hanno vinte i merli. Stessa cosa fa la gazza al cospetto della cornacchia grigia, in cui i ruoli si invertono, ma anche qui, sono state poste in essere modalità comportamentali di “ultima generazione”, un tempo così non era, e ad esempio la gazza lasciava avvicinare al nido la cornacchia fino al punto in cui glie lo bucava piazzandosi al di sotto, visto che le gazze, oggi come ieri, costruiscono il nido coprendolo con una complessa impalcatura, a difesa proprio dalla cornacchia che così non può attaccare, ma dal di sopra. Aggiungo ancora una riflessione circa il tentativo di vedere con gli occhi dell’altro. I miei amici colombacci o colombi selvatici (columba palumbus), anch’essi molto si stanno avvicinando alle case, purtroppo incrociando gli appetiti delle gazze circa le loro nidiate, e cosa che mi ha stupito non poco in alcune occasioni, che in caso di attacco del corvide non difendono il nido (pur essendo grandi oltre il doppio), abbandonano il territorio e vanno a costruire altro nido a volte nelle vicinanze. Vista la simpatia per questa specie, mi sono domandato come elaborino il lutto circa la perdita della prole (pareva spiacesse più a me che a loro), forse, questa apparente inazione potrebbe essere la conseguenza del potenziale di un elevato numero di nidiate infra-anno presente nella biologia di questi columbidi, ma non ne sono affatto sicuro. Tenterò ancora di comprenderne le vere motivazioni, oppure, perché no, osservare variazioni nelle loro strategie comportamentali, turdus merula docet. Per quanto riguarda la performance del cigno, segnalata da Mandragola, non ho parole, dico solo che, neanche madama volpe si avvicina alle uova o ai piccoli dei cigni, papà e mamma presentano un corredo marziale da brivido.

Un caro saluto ed una buona domenica a tutti.

Iscriviti alla Nostra Newsletter

Normativa Privacy