Voglio raccontare un episodio per descrivere quanto stiamo discorrendo.
Qualche tempo fa fu organizzato un concerto in una struttura per malati invalidi non autosufficienti a lunga degenza.
Tra gli astanti c’era un ragazzo di circa 15 anni, tetraplegico dalla nascita.
Durante l’esecuzione dell’Adagio dal concerto per clarinetto e orchestra K622 di W.A. Mozart, gli si gonfiarono gli occhi di lacrime e pianse, suscitando la commozione specie dei sanitari presenti che lo accudivano e stimolavano ogni giorno nella speranza di vedere una sua seppur minima reazione, che fino al quel giorno non si era mai manifestata.
Questa testimonianza è stata da me verificata, in quanto il musicista in questione è stato il mio insegnante in conservatorio, e questo episodio lo citava a noi studenti per farci comprendere la vera missione del musicista, commuovendosi ogni volta.
Non sappiamo se erano lacrime di gioia o di dolore, a me piace credere alla prima ipotesi, comunque un “messaggio” attraverso la musica era certamente arrivato alla sua coscienza.
Allego il link del brano, per chi volesse ascoltarlo e magari sperimentare su se stesso gli effetti, secondo l’invito che il Maestro Kemm-erz soleva ricordare: non credete ma sperimentate!!