Il “Cane brillante fra gli Astri”, una delle iscrizioni che compaiono sul Tempio di Iside di Philae, a cui Seppiolina fai riferimento, è perché in Egitto Sirio era considerata la stella più importante di tutto il firmamento. Era venerata con il nome di Sothis (con cui arriva in Grecia) e associata alla dea Iside, la componente al femminile della Trinità dell’Antico Egitto, unitamente appunto ad Osiride ed al figliolo Horus (rappresentato nell’iconografia del tempo con l’occhio del Falco, nello specifico il Pellegrino, il più Regale tra i falconiformi). Gran parte delle divinità Egizie, erano in relazione con Iside – Sirio, nella Costellazione del Cane o Canis Major. E’ evidente la connessione iconografica anche con Anubi, il Dio dalla testa di cane. Splende con particolare intensità a ridosso del Solstizio d’inverno (Stella di Natale), sembra indicarci la direzione da seguire a cavallo del nuovo anno che si annuncia, marca la direzione verso la quale la Terra e tutto il Sistema Solare (trainato appunto dall’Astro Dominante) stagione dopo stagione, anno dopo anno, si sta dirigendo. Colpisce poi che numerose civiltà, nei punti più disparati del Pianeta, venerano questa Stella nelle loro credenze e nei loro rituali, dagli Indiani del Nord America che la esaltano sotto nomi diversi ma della stessa matrice iconografica, i Cherokee la chiamano “Cane da guardia celeste”, i Lupi del Nebraska “Stella del Lupo”, in Alaska, gli Alaskan Inuit “Luna del Cane”. In Oriente invece è “La Stella del Lupo Celeste”. Poi ancora i Dogon di Mali, citati nel bellissimo libro “Da Atlantide alla Sfinge”, che se ricordo bene fa un riferimento al Libro di Robert K.G. Temple “The Sirius Mystery”, in cui compare che questa tribù aborigena aveva dimostrato di ben conoscere la natura binaria di Sirio, nota nella moderna astronomia solamente con l’avvento di potenti telescopi.
Un caro saluto ed una buona domenica a tutti.