Fra le carte che riguardano la Fratellanza, conservate amorevolmente nel tempo, vi sono anche delle semplici ma interessanti letture, che fraternamente ricevevamo in copia – se richieste – presso l’Accademia Pitagora di Bari, quando era l’unica ortodossa autorizzata.
Abbreviandola un po’ ne propongo una, che trovo adattissima a questo periodo così importante ritualmente, ma ancora di pandemia.
La Principessa di Bakhtan
…Un’estate, Ramses giunse con i suoi carri nella terra di Naharina per esigere il tributo. I principi delle terre sottomesse gli si inchinavano recandogli doni e quello di Bakhtan, desideroso di superare gli altri e di assicurarsi il favore del faraone, gli offrì la cosa più preziosa che aveva: la propria figlia maggiore, che era bella, saggia e amabile. Il faraone fu assai compiaciuto del dono e diede alla principessa un nome egizio, Neferure, facendone la propria moglie prediletta.
L’estate successiva, Ramses stava celebrando a Tebe la festa del grande dio Amon. Compiute le ultime offerte, fu avvertito dell’arrivo di un messaggero del principe di Bakhtan con doni per la regina Neferure. I doni furono consegnati e ammirati, poi il messaggero baciò la terra davanti al faraone e disse: – Salute a te, sole che illumini le terre conquistate! sovrano mio signore, sono giunto a chiedere aiuto per Bentresh, la sorella della tua regina, che è malata e nessuno in Bakhtan sa curarla. L’Egitto è celebre per i suoi sapienti versati nell’arte medica, e che la tua maestà si compiaccia di mandarmene uno a curare la nostra principessa.
Ramses…scelse lo scriba reale Djehutyemheb che con il messaggero intraprese il lungo e difficile viaggio per il Bakhtan. Trovò Bentresh immobile a letto, con gli occhi spalancati ma apparentemente incapace di riconoscere il padre. Lo scriba reale le toccò la mano, avvertì dentro la principessa un demone della febbre di grande possanza e malizia, che invano tentò di scacciare con i più potenti incantesimi e coprendo la malata di amuleti.
– Solo un dio avrebbe il potere di scacciare un demone simile – disse D. – Scrivete dunque al faraone, pregandolo di inviare un dio dall’Egitto…
(Ramses) andò al tempio del grande dio Khons, il misericordioso, si inchinò di fronte all’immagine e pregò: – Mio buon signore, sono venuto a parlarti di Bentresh, sorella della mia regina…Di tutte le tue forme, Khons il determinatore è la più celebra come terapeuta. Accondiscendi a che l’immagine di Khons il determinatore sia inviata in Bakhtan? L’immagine divina fece un cenno di assenso…
Passarono un anno e 5 mesi prima che il maestoso corteo giungesse nel lontano Bakhtan… Poi il dio fu portato al capezzale della quasi morente Bentresh…tutti sentirono lo scontro che ebbe luogo tra il Khons e il demone della febbre, il quale ben presto abbandonò il corpo di Bentresh, sibilando di rabbia e paura, rendendosi orribilmente visibile a tutti.
– Benvenuto in pace, grande dio, pronunciò il demone – Il Bakhtam è tuo. I suoi abitanti sono tuoi schiavi e anch’io sono tuo servo. Abbi pietà di me, me ne andrò per sempre non appena il principe mi avrà fatto le debite offerte.
L’immagine del dio annuì…
Bentresh e suo padre erano talmente grati a Khons e impressionati dalla possanza della sua immagine, da non potersi decidere a rimandarla in Egitto, e Khons il determinatore così venne tenuto per tre anni e 9 mesi in Bakhtan dentro un santuario appositamente eretto.
Ma una notte il principe sognò che il dio usciva dal santuario in forma di falco dorato e spiccava il volo verso l’Egitto. Si svegliò tremante di paura, perché capiva quanto pericoloso fosse imprigionare un dio…
Molti mesi dopo l’immagine divina fu di ritorno a Tebe…
A me è sembrato che questa favola alluda alla terapeutica ermetica a distanza e alla ineguagliabile virtù sanatrice del Khons.