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m_rosa
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Innanzitutto ringrazio tanaquilla che con il suo post mi ha fatto ricordare quello splendido Convegno di Vico Equense, indotto a rileggere l’intervento del Fr Ernesto Cianciola e riflettere, ancora, sul significato di Pragmatica come Atto costitutivo. Sono d’accordo con il Professore che la indica come Atto Costitutivo in quanto costituisce quella base solida intorno alla quale, o meglio, grazie alla Quale, si crea la cosiddetta Compagine Miriamica; non so, caro ippogrifo, quanto tempo o quante vite siano necessarie perché queste basi diventino carne della nostra carne, atomi e molecole del nostro essere, però so che già la tensione all’informarsi a tali Ideali crea quel fermento che ci spinge a “fare”. C’è stato un filosofo, vissuto nella prima metà del ‘900 negli Stati Uniti, Johnn Dewey, che diede vita a un movimento pedagogico definito Pragmatismio (da prassi= quanto concorre a definire l’attività pratica come presupposto o complemento di una ideologia) che intendeva la conoscenza come azione che permette alla dimensione logica di fondersi con quella pratica, volta a trasformare una situazione apparentemente indeterminata ed incerta in un sistema ordinato. Ecco, la Pragmatica mette ordine ma solo mettendosi alla prova, sperimentando un modo di vita consono a quei 60 commi, possiamo, come dice Cianciola, unirci in un solo corpus con l’iDea.
Bello anche il rimando che fa il Professore alla Donna e al Femminile, anche se non sono tanto convinta che nel passato le donne fossero maggiormente rispettate (non che oggi sia tanto meglio!) Comunque visto che domani è l’8 marzo, faccio i miei auguri a tutte le donne che lottano per affermare nella giustizia, se stesse.

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