Caro diario,
alla fine la scuola e’ stata chiusa per covid e ci hanno messo tutti in isolamento fiduciario.
Inizialmente mi sono arrabbiata. Dopo tanti sforzi e tanto impegno, la situazione e’ sfuggita di mano; la preside ha tergiversato come al solito e da qualche contagio, siamo passati a focolaio. Questa parola tanto usata di questi tempi. Eppure nel mio immaginario da bambina, focolaio mi faceva pensare alle fate, alle case magiche, a Lucignolo e a Mangiafuoco.
Da quando sono diventata una miriamica, per quanto abbia “masticato” aria di miriamicita’ in casa, vocaboli che avevano un significato classico, ora ne assumono un altro. Per esempio, pronto soccorso. Oppure, cifra. Le parole possono avere un potere enorme, se solo gli diamo la giusta dose di volontà. E così, con grande volontà, sto continuando la didattica da casa, certa che la salute passi dai polmoni come dalla voce, “nella aspirazione e nella respirazione del visibile e invisibile mondo”.
…e forse in questo momento storico strano la mia natura un po’ marziale un po’ solare sta trovando la sua strada per esprimersi al meglio, perché così come i soldati in guerra cantavano “ma il Piave mormorò: non passa lo straniero”, noi canticchiamo “e Miriam impero’: uniti nello zero”