Grazie Buteo per i post, che mi fanno capire un pò di più.
Eh si, mandragola11, direi proprio che la scienza imita la natura perfezionandola, come tentiamo di fare anche noi Miriamici grazie agli strumenti che ci vengono dati.
Di seguito vi riporto il riassunto, per quel che ho capito, del preprint dell’articolo su Lancet sull’efficacia del vaccino Astrazeneca. Preprint significa che l’articolo non ha ancora passato l’esame degli esperti (la cosiddetta peer review) e quindi non può ancora essere pubblicato come articolo a valenza scientifica. Tuttavia presenta qualche novità interessante rispetto al precedente articolo che aveva dati preliminari, in quanto si includono un mese in più di osservazioni. Anche questo articolo si può considerare un interim report, nel senso che ulteriori dati permetteranno di integrare e o modificare le conclusioni dello studio che sarà in corso per tutto il resto del 2021 (almeno così pare, per quanto riguarda i tre campioni: Regno Unito, Brasile e Sud Africa).
1. fascia d’età: l’articolo dice che fino a 65 anni la copertura immunitaria c’è, ulteriori studi dovrebbero consentire di avere dati solidi anche sull’efficacia del vaccino per gli ultra 65enni.
2 efficacia del vaccino: il vaccino eviterebbe gli effetti più dannosi e pericolosi infatti in coloro che si sono presi il Covid19 successivamente alla somministrazione di entrambe le dosi, la malattia ha avuto un decorso tranquillo. Sulle percentuali di efficacia, lo studio pasticcia tanto perchè da numeri che variano in base al campione o al sottocampione preso di volta in volta in considerazione per cui direi che vale la regola del “pollo di Trilussa”.
3. efficacia della prima dose: il vaccino ha una buona efficacia già dopo la prima dose: nessun soggetto, a cui è stata somministrata la prima dose, ha richiesto infatti il ricovero in ospedale una volta passate 3 settimane dalla somministrazione.
4. efficacia della prima dose in quantità dimezzata e seconda dose in quantità normale: va ancora chiarita ma potrebbe essere meglio fare due dosi normali.
5. distanza temporale tra prima dose e seconda dose: l’aumentare di questo intervallo a 3 mesi migliorerebbe l’efficacia del vaccino portandola all’81,3% e, quindi, la scelta del governo inglese di privilegiare la somministrazione della prima dose al maggior numero di persone sarebbe una scelta giusta. La seconda dose rimane comunque necessaria perchè migliora l’efficacia e dovrebbe renderla più duratura nel tempo.
L’articolo ammette l’esistenza di numerose distorsioni statistiche (bias) che si potranno eliminare col tempo e con ulteriori studi. A mano a mano che il tempo passa, i ricercatori aggiungono ulteriori domande a cui lo studio dovrebbe rispondere e questo ovviamente complica le cose dal punto di vista della solidità statistica.
Di seguito, per completezza, il link al preprint: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)00432-3/fulltext