Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Buteo
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(4) Alle scoperte fanno presto seguito i primi tentativi terapeutici. Entro breve si sperimenta una forma ‘attenuata’ della tossina: l’anatossina difterica. Iniettata in un soggetto recettivo, che non abbia cioè mai contratto la malattia, lo renderà resistente alla stessa. Potrà quindi entrare in contatto con il batterio della difterite senza ammalarsi.
Sappiamo che ciò avviene perché l’anatossina, al pari della tossina naturale, induce l’organismo a produrre anticorpi e a conservarne memoria. Quando quel soggetto venisse a contatto con quel batterio, gli antigeni della tossina prodotta saranno prontamente riconosciuti (perché identici a quelli dell’anatossina precedentemente iniettata), dando avvio alla produzione di anticorpi specifici, i quali, legandosi a quegli antigeni, inattiveranno rapidamente la tossina (neutralizzazione), contenendo il danno tissutale. Non si avvierà, se non per il minimo necessario, la reazione infiammatoria (o immunità innata) che abbiamo visto intervenire sia per riparare il danno (la necrosi cellulare prodotta dalla tossina), sia per eliminare i batteri. v. post (2). Questa modalità d’azione è importante per iniziare a comprendere cosa accade nelle nostre mucose respiratorie in seguito alla vaccinazione contro il SARS-CoV-2.
Come ci faceva notare Guglielmo Tell a proposito del vaccino del vaiolo, si tratta dell’utilizzo ‘omeopatico’ di una sostanza responsabile di una malattia, resa innocua con un processo di inattivazione. Iniettandone piccole dosi, non s’induce malattia, ma la produzione di anticorpi specifici e memoria immunologica, come in corso d’infezione naturale. Quando arriverà la tossina, in seguito all’infezione, si attiverà subito la produzione anticorpale (immunità acquisita) che, neutralizzando prontamente gli antigeni della tossina, eviterà il danno tissutale per cui non sarà necessario il contemporaneo intervento di cellule e fattori della immunità innata. Questo è possibile perché, nell’arco poche ora avremo già in circolo gli anticorpi specifici, efficientissimi nel sopprimere l’agente infettivo. È così che Tucidite potette osservare che chi era guarito dalla peste curava i malati senza più ammalarsi.
Ancora oggi ci si vaccina con l’anatossina difterica, per immunizzarci e non contrarre la malattia. Lo stesso vale per tutte le malattie prevenibili con un vaccino.
La cosiddetta ‘immunità acquisita’ è quindi la risposta di difesa che manifesta l’organismo sia quando venga aggredito una seconda o successive volte dallo stesso agente estraneo (perché ha già contratto la malattia), sia quando ne abbia avuto il primo contatto tramite il vaccino (senza contrarre la malattia). In entrambi i casi, la produzione degli anticorpi specifici sarà immediata perché se ne sono conservate in memoria le istruzioni. Scoperta la legge per la quale la natura provvede a difendere l’integrità dell’organismo, l’uomo si è messo a ripercorrerne le tracce, alla ricerca del miglior procedimento per proteggersi dalle forme infettive gravi. Impegno cui abbiamo assistito in ‘tempo reale’ in questi mesi di ricerca del vaccino contro il SARS-CoV-2.
PS: tossina difterica = tossina naturale prodotta dal batterio, capace di indurre la malattia; anatossina = forma artificialmente attenuata della tossina naturale, incapace di indurre la malattia; antitossina = anticorpi specifici prodotti dall’organismo in seguito a contatto sia con la tossina sia con l’anatossina.

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