Voglio portare subito un paio di testimonianze in questo Spazio. Sono le prime che mi vengono in mente, altre mi verranno sicuramente. Circa due anni fa, una sera mentre stavo rientrando a casa dal lavoro, in una rotonda alla francese intersecante una linea tramviaria a doppio senso, ricordo la affrontai senza guardare bene se da entrambi i lati giungesse il veicolo su rotaia, ed appena passata la rotonda mi accorsi che il tram era in transito alla mia destra, è vero era ancora ad una distanza di sicurezza, ma io non prestai la giusta attenzione. Prima di ogni viaggio, seppur breve, il mio pensiero, il mio aggancio è alla Miriam, così fu anche in quell’occasione, e così fu anche una decina di anni or sono, eravamo diretti nel cuore dell’Umbria ove si celebrava l’Agape. Viaggiando di notte, era l’inizio di agosto, sull’Autosole c’era il traffico delle grandi occasioni, ci fermammo ad un autogrill di quelli doppi che abbracciano entrambe le direttrici dell’autostrada, mia moglie che in quel momento stava guidando, unitamente al “piccolo Ciro” lascia l’auto nell’affollatissimo parcheggio e con il fanciullo si reca all’interno della struttura per esigenze fisiologiche. Io continuo a riposare e ad un certo punto la bambina seduta dietro, mezza addormentata comincia ad agitarsi e chiamare il fratello. Immediatamente comprendo cosa era accaduto, in quanto vedo il bambino distante circa cento metri camminare in mezzo alla folla da solo. Scendo subito dall’auto, la chiudo a chiave per non lasciare a sua volta sola Carola, mi dirigo di corsa verso l’ingresso dell’autogrill e perdo più volte di vista il bambino che continuava a vagare, penso istantaneamente alla Miriam, ad un aiuto immediato, mentre corro urto un bus fermo che mi occludeva la vista. Poi, dopo ancora alcuni istanti tra i più intensi di un’intera vita, me lo trovo davanti che mi corre incontro trafelato. Senza perdere un attimo, raggiungiamo subito l’auto parcheggiata, in quanto la bambina era rimasta sola anche se per pochi attimi in piena notte. Il resto è facile da immaginare, quando dopo parecchi minuti si affaccia Alessandra all’ingresso dell’Autogrill, più stremata che mai, suono il clacson vista la lontananza e attirata l’attenzione faccio capire a gesti che è tutto ok. Ciro, anziché attendere la mamma fuori dal bagno, si era allontanato per andare a vedere i giocattoli sui banchi di vendita. Ancora oggi, ci ricordiamo bene tutti di quell’esperienza tanto forte quanto, non a caso ritengo, a lieto fine.
Ancora una buona domenica a tutti