Caro diario,
alla fine siamo rimasti arancioni. Che di per sé è un bel colore eh, sia chiaro, ma ormai finiamo per abbinare il senso semantico alle sensazioni e, per sensazione, arancione proprio buono non è.
Questa settimana passata ho provato a seguire gli insegnanti di sostegno per cercare di dar loro un po’ più di dispositivi anticovid; il mondo che c’è dietro gli insegnanti di sostegno è immenso: al di là della mancanza di stabilizzazione contrattuale (che riguarda un po’ tutti…), e al di là anche degli stipendi (bassi a “livello miniera”), questi insegnanti seguono i casi più disparati, dalle dislessie agli handicap motori, all’autismo in tutte le sue sfumature. In quelle sfumature ci sono ragazzi intelligentissimi, sintonizzati su altre realtà e per questo, non comprendono cose come “distanza di un metro”, o “non abbracciarsi”. Al momento, per un motivo o per un altro, dal bingo delle sezioni sono saltate fuori 2 classi in quarantena. La sanificazione l’hanno fatta una settimana dopo….
Caro diario, ma nei secoli, nei millenni precedenti, quando le civiltà erano anche meno preparate a livello scientifico e sanitario (che poi, lo erano davvero?) come facevano le persone? Come gestivano le botteghe, i viaggiatori, i luoghi di culto, le taverne, i mercati, gli unguenti e le terapie? Erano disordinati come noi? Un po’ mi rincuora pensare che i miriamici del passato indossassero gli stessi strumenti che indossiamo noi, (tanto che come dice una mia cara Sorella, la mattina sembriamo la vestizione della madonna dell’arco!!!!)
Nonostante il periodo, alcuni si sono rivolti per un aiuto terapeutico, perché in casi difficili e certe operazioni o interventi non sono rimandabili nonostante il covid, e quasi a conferma che alcune cose rimangono immutate nel mutamento generale, gli esiti sono stati dei più rosei. Attivarmi per la terapeutica mi fa sentire viva, mi scandisce meglio quei ritmi che in questi ultimi mesi si sono un po’ resi l’uno uguale all’altro. C’è anche un’altra cosa: nel tragitto verso il lavoro, sotto il portico, c’è sempre una signora anziana. Una rom. Quando ho potuto le ho regalato qualche pacco di mascherine e di gel, e alla befana anche una sciarpa (uno di quei regali di Natale non di mio gusto, nonché di marca El Charro che è risaputamene la marca dei regali riciclati!)
A volte, l’anziana signora, saluta dicendo “sei speciale”, “tu sei buona”, parole a cui presto poco peso, perché in attimo potrebbe maledire il passate seguente fino alla settima generazione!! Ma questa signora saluta sempre alzando la mano destra aperta. Lo fa dal primo giorno, non so se nella loro cultura sia usuale così, ma mi piace pensare che ogni mattina, prima di avviarmi al lavoro, qualcuno voglia rassicurarmi dicendomi “non ci vedi, mai noi vi proteggiamo. Impegnati!”.