Da tempo mi sono fatta l’idea che la radio da spegnere sia un’altra. Ognuno di noi ha una voce interiore che parla, quadi continuamente. In letteratura è stata chiamata “flusso di coscienza”. E che parli per parole, flash, immagini, più raramente profumi o sapori non importa: parla sempre, da quando ci svegliamo a quando ci addormentiamo e poi anche nei sogni abituali.
Ecco, spegnere questa voce significa a mio parere darsi una possibilità e cambiare l’atmosfera del nostro personale pianeta.
Vero è che la cortina del nostro IO narrante farebbe bene ad abbassarsi quando ciò che entra è sano, ri-creativo in senso etimologico. Ad esempio la nostra biblioteca ma anche quattro passi nella Natura.
E forse, allora, anche levtrasmissioni radio dentro la nostra testa potrebbero trarne giovamento e freschezza nuova.