Cara Mandragola, mi permetto di concordare e non con quanto riporti di Hahaiah. Mi spiego: tutto sottoscrivibile a patto che ci riferiamo alla ‘divulgazione della scienza’ e non alla Scienza in sé. Perché quanto scrive è da riferirsi allo sproloquio che se ne fa intorno, con motivazioni e interessi più o meno limpidi, vuoi economici, politici, carrieristici, ecc.
La Scienza, la vera Scienza, altro non è che il naturale prosieguo dell’Antica Sapienza, che anche oggi esprime i suoi simboli (le formule) i suoi segreti (i processi che si disvelano ai pochi eletti che li sanno intuire e ricercare, e che a noi rimangono insondabili) le sue leggi, che sono sempre le stesse, pur, o forse, indagate con altri mezzi. Se tutto o molto era già noto all’Antica Sapienza, tuttavia quanto si è perso nel tempo? tant’è che gli antichi simboli non sono oggi per noi più leggibili. Lo Scienziato di oggi altri non è che il Sapiente di ieri, del quale prosegue il cammino di ricerca. E come Pitagora silenziava le conoscenze fra i suoi discepoli, così ancora oggi la Scienza dovrebbe proteggere se stessa, limitando l’irrinunciabile scambio e confronto di idee e risultati al proprio alveo, e divulgando solo quanto sia trasmissibile perché comprensibile e usufruibile dalle masse. Lo stesso Gesù, in Matteo VII, 6, pare abbia detto: ‘Non gettate le cose sante ai cani e le perle ai porci, perché non le mettano sotto i piedi e vi si volgano contro per sbranarvi’.
E, qualcosa di analogo, disse anche Kremmerz…