Per “evento avverso dopo l’immunizzazione” s’intende un qualsiasi evento di natura medica che occorre dopo aver ricevuto una vaccinazione, ma che non necessariamente presenta una relazione causale con la somministrazione del vaccino. Osservando un fenomeno, per il semplice motivo che segue temporalmente un altro, si è portati infatti ad attribuire al primo la causa del secondo. Per verificare quindi la sussistenza di un nesso causale fra evento avverso e vaccino, è stato costruito e validato un algoritmo specifico dal Comitato Consultivo Globale per la Sicurezza dei Vaccini (GACVS) dell’OMS, in collaborazione altri Enti, e ogni segnalazione è esaminata sulla base degli indicatori riportati.
In Norvegia, dal V-Day del 27 dicembre, sono stati vaccinati contro il Sars-CoV-2 oltre 25mila norvegesi, privilegiando pazienti anziani e fragili. L’Agenzia norvegese del farmaco (Norwegian Medicines Agency, NoMA) non esclude che reazioni avverse comuni ai vaccini a mRna, come febbre e nausea, possano avere contribuito all’esito fatale dei 23 decessi registrati nelle case di cura, dove muoiono circa 400 persone a settimana, e puntualizza l’opportunità che i pazienti molto fragili siano vaccinati solo dopo attenta valutazione medica individuale, perché “per coloro che hanno comunque un’aspettativa di vita residua molto breve, il beneficio del vaccino può essere marginale o irrilevante”.
In Italia muoiono mensilmente circa 150 ogni 10.000 ultraottantenni: durante la campagna vaccinale verso gli anziani, dovremo aspettarci di continuare a osservare tra i vaccinati quel numero di morti, al netto delle inevitabili fluttuazioni statistiche, e non per questo potremo attribuirne la causa al vaccino.
Per attribuire i morti, che osserveremo nella popolazione anziana in un certo arco di tempo dall’inizio delle vaccinazioni, alle vaccinazioni stesse, occorrerà avere la sicurezza che quei morti rappresentino un eccesso statistico significativo rispetto a quanto atteso e aspettare la dimostrazione del nesso di causalità.