Cara Buteo torno a te e al tuo post sul Silentium di Hahaiah.
Chiedevi: fare in silenzio, perché? che vuol dire? Potrebbe mai succedere come a Gesù, quando bambino, “si divertiva un giorno a costruire coi suoi coetanei uccelletti di creta. Ciascuno magnificava il proprio lavoro con grida di entusiasmo e con paragoni e vanterie. Ma egli taceva. Però, quando ebbe finito, batté le mani e gli uccelletti volarono via.”?
Ti dirò, cara Sorella, che condivido non solo i quesiti che ti poni, ma anche quella che mi sembra la speranza di una tale purificazione (il fanciullo) da riuscire ad essere tramite dell’energia creativa della natura, mi sbaglio?
Riflettendo sulla storiella scelta da Hahaiah, senza presumere di interpretare il pensiero del Maestro, direi che si possono però trarre delle interpretazioni: in primis che Gesù sin da piccolo era un diverso rispetto agli altri, non solo faceva prodigi, ma aveva le idee talmente chiare sul cosa avrebbe fatto da grande che gli uccelini erano, guarda caso, 12. Quindi, in un maestro di tale livello c’è un “filo” di coerenza da subito, come si incarna. E questa è una condizione che mi pare francamente più unica che rara. In secundis che a stare in silenzio era solo lui, mentre gli altri bimbi giocavano e si vantavano facendo rumore. Ergo il silentium ermetico deve essere altro rispetto al silenzio come lo intendiamo comunemente, nel deserto o in mezzo ai boschi o la notte quando tutto tace.
Lo dico soprattutto alla luce delle esperienze che condividiamo, vissute con la Gerarchia in mezzo al mondo, anche il più rumoroso, tra convention, tavole rotonde, festeggiamenti, concerti ecc. Ed erano e sono esperienze iniziatiche ortodosse. Altrimenti qualunque eremita sarebbe un iniziato.
Che ne pensi/ate?