E’ vero, g_b, delle “pseudo accademie e conventicole varie sorte nel web”, abbiamo riso molto anche qui, nel thread Ecce quam bonum…
Un intervento del 2007, che ho avuto per le mani, del curatore della mostra al Museo Archeologico di Verrucchio sulla “quotidianità alla sacralità tra VIII e VII sec. a.C.” mi ha fatto venire in mente alcuni temi toccati approfonditamente nei Seminari di Elissa e relativi libri (1996-1997) che voglio rileggere per bene.
La Mostra a Verrucchio verteva sui ruoli del femminile nell’Italia pre-romana e in particolare nella sfera del sacro. Alcuni studiosi, riporta il curatore, hanno colto il legame tra tessere, pensiero e scrittura. Il tessere è stato l’emblema di attività sacerdotale femminile, denotandone la funzione “nel sacro” anche attraverso la scrittura, come testimonia il santuario di Reitia in Veneto. Infatti, scrive nel Catalogo della Mostra, Angela Ruta Serafini: “la documentazione epigrafica… del santuario di Reitia, conforta l’ipotesi di un’ampia accessibilità all’attività scrittoria da parte di una componente femminile non estranea a mansioni di carattere sacerdotale… La scrittura… è in ambito italico, almeno in una fase iniziale, legata al mondo femminile nelle sue specifiche aree di intervento: la tessitura e la gestione del sacro”.
Come avranno fatto a dimenticarsene gli autori classici, scrive la curatrice?