Nella mia esperienza lavorativa, avendo dovuto condividere spazi non molto grandi con altre persone, diventava indispensabile, per non incorrere in continui errori di distrazione, riuscire ad isolarsi mentalmente e imparare a chiudere degli “interruttori” per lasciare fuori i rumori … dico questo perchè credo che proprio questa attività giornaliera mi abbia in un certo senso addestrata, aiutata, anche a riuscire, a volte, a costruire un silenzio interiore … ovviamente chiudere fuori “il fuori” è molto più semplice che chiudere fuori “il dentro” ma sono sempre più convinta che conti molto “l’allenamento al fare” e che non fare, sia sempre peggio del fare male, magari sbagliando, ma comunque cercando di correggere il tiro …. però nelle rarissime volte che mi riesce di realizzare in parte quel silenzio interiore, in genere invece caos dominato dai quegli innumerevoli serpentelli di cui parlava Buteo, la sensazione è di meravigliosa pace e equilibrio in cui le “passioni”, per me uno dei nodi più cruciali e annosi da sciogliere, si acquietano e a volte quasi scompaiono ….. ovviamente, inutile dirlo, questo di cui parlo è molto distante, per me chimera molto lontana, da quel “Silentium” di cui con magnifiche, sapienti ed anche poetiche parole, ci parla Hahajah, di quello stato di neutralità e purificazione in cui “Palpita il murmure del Nume Rivelatore” … un caro abbraccio fraterno ….