Rispondi a: Uno, Zero, Pi greco e Numero di Nepero

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ippogrifo11
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Cara Ondina, la tua non è per niente una baggianata, anzi, direi che si tratta di una intuizione molto pertinente! Se, come dice Alef2006, il tempo, nel suo continuo fluire, diventa un concetto difficile da ritenere, il ritmo ce lo rende immediatamente percepibile e chiunque si sia dilettato di musica, nell’ascolto come nella pratica, anche se esercitata da dilettante, sa esattamente di cosa si tratta. Se vogliamo, il ritmo lo possiamo definire come una suddivisione, arbitraria, del tempo in intervalli che si ripetono uguali nella durata. E questo ci riporta, nel macro, al concetto di ciclo, come avviene ad esempio per le stagioni, e, nel micro, a quello di frequenza. In musica, più che di valore assoluto di una determinata frequenza, che corrisponde a una nota, contano i rapporti relativi tra le diverse note, ossia tra le frequenze che le determinano. Sono i rapporti, infatti, e le loro sequenze che determinano la gradevolezza di un’armonia o, al contrario, la sua cacofonia, dovute alle dissonanze, cioè alla presenza di rapporti che il nostro orecchio percepisce con fastidio. Lo stesso discorso potrebbe farsi nel caso dei rapporti cromatici che si stabiliscono fra i colori presenti su una tela. Ancora una volta, conviene ricordare che i colori sono dovuti alle diverse frequenze che possiede la luce restituita da quei colori e dunque ancora una volta si tratta di rapporti, ossia di valori numerici posti in relazione tra loro. E questo ci riporta a Pitagora e perciò, a questo punto, non posso fare a meno di raccogliere l’invito che Admin ci rivolge in proposito.
Un caro saluto a tutti.

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