Cari Tutti, se pensiamo all’Universo, la prima sensazione è quella di perdersi nell’Infinito. Ma trovo una grande analogia. Proviamo a pensare a noi stessi… Non ritroviamo nel nostro pensiero lo stesso grado di Infinito che l’Universo ci propone? In alto come in basso, nel costante equilibrio. L’Universo è in noi come noi siamo l’Universo. Non sono capace di guardarmi dentro e trovare dei limiti, dei confini che posssano in qualche modo fermare o delimitare il mio pensiero.
Secondo Aristotele l’infinito potenziale inteso come “divenire”. Un numero o una qualsiasi altra quantità, è potenzialmente in grado di tendere all’infinito, aumentandola ogni volta di poco, ma ogni volta risulterà un entità finita. Ad esempio nei numeri naturali aggiungendo ogni volta un’unità ad un numero si otterranno quantità finite, ma che sembrano potenzialmente in grado di tendere all’infinito.
L’infinito per Aristotele deve essere considerato come qualcosa sempre in via di nascere o di perire, di crescere o diminuire e che, mantenendosi in ogni suo stato finito è sempre diverso nei suoi successivi stati.
L’infinito riporta al concetto di numeri, al divenire, al nascere e al perire.
Siamo parte di tutto questo.
Un abbraccio a tutti Voi, sempre uniti inuna Catena infinita ed in costante movimento. Come l’universo tutto….