Nelle inevitabili chat di classe dei miei figli, ho dovuto constatare una persistente e caparbia assenza di preoccupazione rispetto ai rischi di una riapertura delle scuole in presenza. Il primo pensiero è far tornare in classe i ragazzi,non farli stare a casa, a qualsiasi prezzo, non importa se, forse, si poteva aspettare qualche altro mesetto per verificare un po’ meglio l’andazzo italiano della pandemia. Il primo pensiero è stato che non perdessero nemmeno un’ora di lezione. Quando mi sono permessa di ricordare che, certo, la presenza è importante, ma lo è soprattutto la salute dei nostri figli ( oltre che la nostra), la mia osservazione è caduta nel vuoto. Nessuno mi ha risposto! Hanno continuato ad accanirsi contro i pochi provvedimenti scolastici che volevano dividere gli studenti per non creare assembramenti. E allora, ho capito che le decisioni di riapertura sono state imposte dal basso, cioè da chi – come mi è stato risposto giorni dopo – pensa: ” non me ne parlare! Oggi ce l’ho tutta la mattina in casa!!”( il figlio adolescente…).
Ma davvero la priorità non ce l’ha la salute? Prudenza non vorrebbe che si aspettasse almeno 2-3 mesi visto che gli esperti hanno ipotizzato già un picco autunnale della malattia?
Non ci resta che continuare a chiedere protezione alla Miriam…oltre che rivolgersi all’unica santa capace di far miracoli: santa Pazienza!!