Rispondi a: ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM

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Rrosalinda
Partecipante
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Buongiorno,sono ormai passati diversi giorni dall’Agape che dopo le impressioni,emozioni provate ripenso oggi a quel momento,alle parole dei Maestri che fisicamente sedevano alla nostra tavola, e ho ripensato agli Agapi passati e mi sono resa conto di una percezione più consapevole agli eventi.Mi echeggia nella mente la frase detta in un Agape passato, quando il MAESTRO D.G. ci fece dono di un sacchetto di semi; “il seme viene messo a dimora” e può stare nel luogo riposto fino a quando non troverà la condizione giusta per germogliare, ora vedo quei semi e li sento, per quanto riguarda il germogliare quella e un’altra storia. E parlando di semi, ricordo l’esperienza fatta con la piantina del quadrifoglio,solo ora comprendo quanto sia stata significante per me, ho piantato il seme con tanto entusiasmo e orgoglio è cresciuto in fretta, perchè ho forzato la sua crescita il suo ciclo di vita è stato breve e quando è morta ero disperata,avevo fallito,ma il mio fallimento e la mia disperazione era dettato dall’orgoglio che ti impedisce di vedere e comprendere che ti fa fare scelte errate. Ora rimango in attesa, ma attiva che il seme trovi la condizione corretta per germogliare. Un saluto fraterno.

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