Durante il periodo di permanenza in casa, causa covid, sui terrazzi sopra il mio tre fratellini e un’altra bambina più su hanno giocato in tutte le giornate di buon tempo. Da sotto li vedevo e poiché lanciavano giù da me, in continuazione, palle e altre cose avevamo spesso contatti e ci chiamavamo per gioco il popolo dei terrazzi. La mia meraviglia è stata osservare la diversità dei giochi di fantasia che inventavano e la loro spensieratezza. Ben venga perciò la poesia. Ma non vorrei che si calcasse troppo la mano sulla solitudine da covid, aggravando le cose.