Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Buteo
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La domanda che poni Kridom a Guglielmo Tell e le considerazioni di Sorelle e Fratelli, m’inducono altre domande..
Mi chiedo, perché ho io ferrea convinzione dei benefici dei vaccini? Può essere perché ho studiato malattia, sintomi e complicanze? Perché ho studiato meccanismo d’azione ed effetti del vaccino? Perché ho studiato che con le vaccinazioni si è ottenuta decisa riduzione, quando non azzeramento dei casi di malattia?
Può essere per esperienza diretta, quale l’ebbero madri e padri di quando eravamo bambini, che videro annullarsi le morti e gli esiti della poliomielite nei loro figli? Quell’esperienza però non la vissi. Ricordo solo 2 compagnetti claudicanti per esiti poliomielitici, ma non ricordo di aver pianto per amichetti malati o morti. Può essere perché da 30 anni non vedo più un morbillo, o perché anche allora lo vidi solo in 3 o 4 adolescenti, essendo ormai i piccoli vaccinati? O perché ogni inverno dovevo trattare in Pronto Soccorso almeno un lattante con epiglottite, che senza tempestivo intervento va a morte? E perché poi, col vaccino anti-Haemophilus Influenzae, non ne ho poi più visti? Perché non ho mai visto un bimbo con difterite, e se mai lo vedessi, potrebbe accadermi, come qualche anno fa ai colleghi di Madrid, di ipotizzarla troppo tardi per salvarlo? O perché non ho mai visto morire un lattante di pertosse? O un neonato di tetano, non protetto dagli anticorpi materni, perché la madre non era vaccinata? … O perché non ho mai riscontrato effetti collaterali da vaccino?
Devo ammettere che la mia esperienza diretta, limitata entro un piccolo ambito professionale, non sia di per sé sufficiente a giustificare le mie presunte certezze.
Devo ipotizzare che derivino da quanto trasmesso da Maestri, Testi, Studi di Ricercatori, Colleghi?
Eppure penso che ancora non basti.
Quanto ho letto studiato e appreso io, abbiamo letto studiato e appreso tutti noi Medici. Eppure una parte di noi, anche se esigua, rigetta il tanto che è scritto e il poco che può emergere dall’esperienza personale di ognuno.
Stesso andamento è riflesso nell’opinione pubblica, dove, pur in carenza di competenze specifiche, fluisce da internet il patrimonio di conoscenze, rendendosi sempre più accessibile a chiunque. Così, se l’obbligatorietà dei vaccini porta molti genitori a una presa di coscienza favorevole ai vaccini, in altri induce rifiuto.
Se a tutti è concessa pressoché identica possibilità di conoscere, perché c’è chi ammette, chi dubita, chi nega?
Una domanda pongo io a me, e forse ognuno di noi potrebbe porla a se stesso relativamente al proprio sentire: perché io credo?

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