Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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mandragola11
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Come non essere pienamente d’accordo con te, Buteo? Hai zoomato su un quotidiano molto triste e vero.
Pensando ai bambini, alle donne, ai vecchi, alle fasce più deboli di questa società anomala, incentrata sull’efficienza economica e sulla conquista dell’apparenza a discapito della sostanza, senza vere tutele, senza mezzi realmente efficaci per vivere in un mondo globalizzato e uniformato a stereotipi innaturali, che possiamo fare?
Se qualcosa ci ha insegnato questa pandemia,ci ha fatto prendere consapevolezza che come sono emersi i valori basilari dell’esistenza – vita, morte, salute, età, nutrimento, forza, giustizia, amore, bene ecc. – ci si è resi conto della fragilità e della pochezza dei mezzi umani. Oggi, nella corrente comune fatta di ingiustizie e disvalori, di abbandoni e mancanza di cura, anche il senso del “nido” sembra perdere la sua naturale funzione di spazio sacro alla crescita della vita.
Fino a pochi decenni fa c’era un senso di responsabilità verso i figli delle altre (pensiamo al ruolo delle balie) e non era raro vedere donne che crescevano spontaneamente i figli di ragazze madri, senza troppe complicanze.
Nelle prime civiltà matrilineari i bimbi erano i figli di tutte e tutte se ne prendevano cura per cui, specialmente le anziane, le donne sagge, spesso sciamane, entravano nel merito della crescita del piccolo/a. Era l’dea di un nido senza confini, ampio, dilatato al bene comune.
Ma oggi, che il “nido” coincide con la “famiglia”, nel processo di disgregamento della famiglia stessa, dove ritroviamo la naturale funzione del “nido”, quando l’idea di “natura” cozza con quella di “sociale”?
Ma oggi, in cui noi donne per le prime abbiamo perso il senso di una maternità senza frontiere, più universale e consacrata esclusivamente alla vita in tutte le sue forme, come possiamo dare un contributo?
Ecco perchè personalmente ringrazio la Miriam e l’Opera dei Maestri che nell’iter ermetico danno la possibilità di un lavacro da queste sovrastrutture umane e sociali, per ritrovare il senso di una natura vera, speculare al nostro io profondo.
Non è facile, ma l’importante è poter fare.

BUona domenica!

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