Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Buteo
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A Milano il barista si affanna a spruzzare igienizzante su tavolini e sedute a ogni levata di avventori e la parrucchiera a strofinare la poltroncina prima che la successiva cliente si sieda. Al Porto Vecchio di Genova (combinazione ero lì) domenica i bimbi strisciavano la lunga discesa di enormi scivoli gonfiabili a faccia in giù, in allegra ammucchiata finale. Guardavo e mi chiedevo quali e quanti studi abbiano avvallato la trasmissione di un virus respiratorio tramite il vestiario che ricopre il deretano, piuttosto che il non contagio da possibili sbavate e leccate lungo una bella scivolata a pelle d’orso. Dimenticavo, dati raccolti durante il lockdown sembrano indicare che i bambini non trasmettano il virus e tendenzialmente non si ammalino. È giunto il tempo di studi su base allargata, e, nel rispetto dei dettami scientifici, si vuole ora verificare in quale percentuale i bambini, suddivisi per fasce d’età, saranno suscettibili all’infezione, saranno in grado di trasmetterla e, in tal caso, quale la carica virale minima, se e in quale percentuale l’infezione si trasmetterà ai coetanei, piuttosto che ai familiari, se si ammaleranno i genitori o i nonni, tutti correttamente ricompresi in categorie in base alle patologie pregresse, nonché l’esatta percentuale di forme asintomatiche, pauci-sintomatiche, lievi, severe, gravi, critiche… decessi? O forse si vuole la conferma scientifica di quanto si va affermando, e cioè che la carica virale nei tamponi sia così bassa da non essere infettante e che il Covid clinicamente non esista più? Ok, arriveranno risposte.
Forse, in attesa delle stesse, potremmo ascoltare un Tg o buttare l’occhio su una testata di giornale, magari capteremmo qualcosa di ciò che accade in Cina, a 55 giorni dal termine del lockdown (mezzanotte dell’8 aprile). Magari potremmo rimetterci a contare quanti giorni trascorsero da quel 31 dicembre, giorno in cui la Cina rese noto il diffondersi di una patologia respiratoria grave legata alla comparsa di un nuovo coronavirus, a quando iniziammo a registrare l’escalation delle morti in terra padana. Se poi ancora volessimo, potremmo anche incominciare a contare dal 15 giugno, o, non saprei, forse dal 3 giugno?
Nonostante lo scarso orecchio musicale, sento lo stridore di questa mia nota dopo il post di Mandragola11. Rabbia e tristezza non son conosciute per buone consigliere. Fra negazione e inerzia di colleghi, mi chiedo se dobbiamo aspettare la calata del comando divino a Noè, quando insieme potremmo preparare navi, una flotta… Scopriremo poi che non ce ne sarà stato bisogno? Ottimo! Ce ne andremmo felici per i mari. Ok, armo una barchetta. La terrò saldamente agganciata alla nostra catena.

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