Completo quanto ho scritto nel precedente.
Quando si è distratti dal “rumore” della vita sociale, dall’artificio della nostra vita profana, dalla fretta che prima quasi sempre avevamo, allora la nostra sensibilità diventa sorda a quanto la natura intorno a noi esprime. C’è una pagina bella de I Dialoghi sull’Ermetismo, ove se ne parla (p.128). Forse in questo periodo di maggiore solitudine la nostra sensibilità ha un po’ attutito la sua scorza. Forse per questo stiamo tanto raccontando di uccelli, di vegetazione, insomma di natura. E’ una ipotesi.