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garrulo1
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Cara Wiwa, mi hai fatto tornare in mente un episodio pieno letteralmente di civette. Anni fa, quando ancora internet non si utilizzava o si utilizzava poco, e avevo in testa già da tempo di visitare il Centro Recupero Rapaci credo più grande d’Italia, in Provincia di Parma a Sala Baganza, faticai non poco per contattare la Biologa addetta alle visite e finalmente combinai l’appuntamento per una intera mattinata. Ricordo ora, senza forzare la mente ma ricordo, che in prossimità dell’ingresso vi erano gabbie con rapaci non reinseribili, ricordo un maschio di aquila reale dal nome Lollo, ed un nibbio bruno dal nome “scontato” Bruno. Poi dopo l’identificazione in Segreteria all’ingresso, iniziammo il giro all’interno del Centro. Omissis sulla quantità di domande che riversai alla Biologa, mi soffermo solo sulle civette. Ad un certo punto, era presente una delle tante capanne con dentro i rapaci, e alla domanda se volevo vedere le civette cosa ho risposto? Subito!! Quello che non mi aspettavo che all’interno della costruzione vi fossero oltre una trentina di civette, e che accesa una tenue luce per riuscire noi a vederci, cominciarono a svolazzare qua e là. Lo spettacolo era affascinante, l’odore un po’ “forte”. Ad un certo punto la Biologa ne prese in mano una, la capanna era piccola non era difficile prenderle, e vidi che tentava più volte di morderle la mano. Poi, penso scegliendo bene nel gruppo ne prese un’altra, la tenne in mano allo stesso modo, aprì la mano e la civetta restava immobile. Alla mia domanda profana: non sta bene?? Rispose che prevedeva ci cascassi, e mi spiegò la differenza tra le due. La prima che tentava di liberarsi mordendo la mano ha perso un istinto primario, la finzione in caso di cattura di un predatore, atto estremo che in determinati casi consente alla preda di sfuggire al predatore fingendosi morta, il predatore allenta per un attimo la presa e via come il vento, a volte funziona. L’altra che invece questa istinto primario l’aveva conservato, utilizzò questo termine “non è imprintata” e pertanto in questi giorni potrà essere liberata. Credo che dopo un periodo di studio in questo locale buio, anche gli esemplari imprintati venivano trasferiti in voliere diverse per un soggiorno più confortevole, probabilmente per dare spazio ad altri esemplari per le verifiche di cui sopra, tenuto presente che in questo Centro, allora, arrivavano rapaci feriti da tutta Italia. Sulle leggende che accompagnano questo bellissimo rapace, un po’ più belle e un po’ più oscure della triste età di mezzo, è comunque sinonimo di intelligenza. E’ presente sulla spalla destra o su altre sculture o dipinti, in testa a Minerva, quella che esce armata dal cerebro di Giove, Minerva latina associata mi pare ad Atena greca, ed il nome latino della civetta è Athene noctua, aggiungo io, forse venerata e temuta perché è colei che vede nella notte, dove gli umani non vedono. Chissà!!
A questo punto una “buona serata” a tutti i naviganti

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