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Buteo
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Penso che il piacere di ‘guardare’ la Natura mi venga dalle passeggiate nella campagna lomellina, quando mio padre mostrava a noi bimbi quel fiore, quell’arbusto, i girini nel fosso, libellule nel prato e le coltivazioni, gli arbusti, gli alberi. Animali invece non ne vedevo, o almeno, ricordo, come Sal, le tante rondini nei loro voli sui campanili e in autunno in lunghe fila sui cavi elettrici o del telefono, prima di migrare.
Solo negli ultimi anni mi rendo conto di quanti svariati uccelli popolino i campi della bassa. Ho iniziato a vederli guidando e ho preso l’abitudine di cercarli, non dovrei dirlo, o forse farlo, mentre guido.
Affascinante è stato scoprire le poiane. È meraviglioso vederle volteggiare alte senza battito d’ali, ‘che quasi ne percepisco il godimento. Ma ciò che ha iniziato a stupirmi è che se noto una poiana immobile su un ramo, di frequente un po’ sotto c’è una cornacchia.
E quando la poiana spicca il volo, spesso la cornacchia, a volte due, l’insegue e, minore in dimensioni e in apertura d’ali, la costringe a un saliscendi difficoltoso, tendendole attacchi con cambi di direzione impraticabili alla poiana. E allora mi fermo e sto a guardare, finché la poiana ad ali immobili dirige il volo e sfugge alla cornacchia, che, impossibilitata a salire oltre, ripiega in basso, mentre il rapace vola immobile in ampi volteggi, risalendo sempre più la corrente ascensionale.
Leggo che l’azione della cornacchia è detta mobbing (termine traslato alle azioni di disturbo nell’ambiente di lavoro) e che, in etologia, identifica ‘i comportamenti aggressivi assunti da talune prede verso un predatore per intimorirlo e dissuaderlo dall’attacco’. Ma in realtà io vedo la cornacchia inseguire la poiana quando questa spicca il volo nelle ore pomeridiane in cui si formano le calde correnti ascensionali che la porteranno alta in cielo, laddove la cornacchia non può arrivare. Mi chiedo allora quale sia il maschio e quale la femmina e, soprattutto, quale sia la motivazione.

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