Rispondi a: Equinozio di Primavera

garrulo1
Partecipante
Post totali: 458

Ho letto con attenzione il rimando di Guglielo Tell all’articolo on line di agi.it, sul dilemma dell’impressionante numero di elefantesse che negli ultimi 30 anni sono nate senza zanne. Una prima ipotesi è quella della cd. “deriva genetica”, cioè quando una determinata specie che ingloba tutta una sua variabilità genetica viene pesantemente ridotta nei numeri, la popolazione riparte dalle caratteristiche dei soggetti rimasti. Difatti, nei Parchi Nazionali di Gorongosa e Ruaha in Tanzania, più o meno il 30% delle femmine di elefante con meno di 25 anni è nata senza zanne, aree di territorio dove, per motivi diversi, è però stata praticata la stessa forma di caccia incontrollata. Altra tesi, sulla quale i ricercatori sono piuttosto cauti, è quella di “Madre Natura al contrattacco” con salvataggio “evolutivo” dall’azione del bracconaggio. Risposte non credo per ora ve ne siano. Riflessioni, quelle sì. Se vero è che in Natura è la funzione che crea l’organo, quando la modalità della funzione per qualche motivo varia o viene meno, il corrispondente organo in una determinata specie si modifica o sparisce. Prendiamo il caso dello smilodonte, enorme felino dai lunghissimi canini superiori, antenato delle attuali pantere, che vanno dal leone (Panthera leo) al leopardo (Panthera Pardus) e così via, tra l’altro presenti entrambi nei due continenti, africano e asiatico, a conferma della precedente massiccia colonizzazione dello smilodon. Estinte alcune specie subordinate nella catena alimentare, “appurato” che quei canini enormi erano addirittura diventati un limite, in quanto impedivano la massima apertura della bocca e di conseguenza la potenza del morso risultava allentata, ecco la mutazione genetica. Il problema sta però nei tempi, occorrono per quanto conosco, tempi decisamente lunghi affinchè questo riverbero dell’intelligenza in una specie (intendo la percezione ovviamente inconscia del bisogno di sviluppare un organo o cangiarne un altro nell’eterna lotta legata alla necessità di adattamento alle condizioni ambientali che mutano di continuo) vada a creare effettive modifiche all’impianto genetico della specie stessa. Quindi, un quarto di secolo mi pare quanto mai insufficiente per una simile mutazione negli elefanti. Tra l’altro colpisce che i dati confermino che tale caratteristica sia presente in elefanti di sesso femminile: difatti i maschi, mantengono normalmente le zanne, sono un elemento segnalatore oltre alle dimensioni per il successo sessuale nella specie, specialmente per gli elefanti africani. Questo potrebbe voler dire, almeno per ora, che i maschi non “rinuncerebbero” al bisogno di affermazione del proprio patrimonio genetico, costi quel che costi. Quindi, com’era ovvio, chiudo con dei dubbi, ma la cosa è davvero interessante da seguire per tentare a breve di capirne qualcosa in più.
Con l’augurio a tutti di una buona serata

Iscriviti alla Nostra Newsletter

Normativa Privacy