Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Buteo
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Il Maestro L.J.Aniel aveva segnalato già nei giorni scorsi, l’approccio diagnostico-terapeutico in atto a Marsiglia sotto la direzione del prof. Didier Raoult, che prevede test gratuito a chi voglia farlo, con o senza sintomi e, in caso di positività, il trattamento per sette giorni a base d’idrossiclorochina e azitromicina.
Nel post del 17/03/20 avevo riassunto l’iter che segue un farmaco per l’approvazione o, se in commercio, per un’indicazione diversa. Sono regole che si è data la comunità scientifica perché il farmaco sia fruibile solo dopo aver dimostrato di essere efficace (portare a guarigione o a un significativo miglioramento della malattia) e sicuro (essere il più possibile scevro da effetti collaterali negativi).
Nella situazione emergenziale, gli Enti preposti a garantire la sicurezza dei farmaci, subiscono forte la pressione dei social e si vedono costretti ad avvallare metodologie non ortodosse. Se l’auspicio è giungere a scoperte innovative, si può incorrere nel rischio di pagare un alto prezzo in termini di salute per i possibili effetti collaterali, non ancora indagati. A tal proposito, invito a leggere, al link sotto riportato, l’analisi della letteratura sul farmaco rimbalzato sui social in questi giorni, il favipiravir, effettuata da un giovane collega, il dr. Giuseppe Maiolino, specializzando di Urologia a Perugia.
https://crampomentale.wordpress.com/2020/03/23/favipiravir-un-far maco-demergenza-cosi-strano/
La Clorochina è invece un vecchio farmaco, scoperto negli anni ’30, utilizzato nella profilassi e cura della malaria.
Nel 2003, durante l’epidemia SARS, Andrea Savarino scopre in letteratura l’effetto antivirale e le proprietà immunomodulanti del farmaco e ne propone l’uso contro il coronavirus. Esauritasi l’epidemia, alcuni gruppi di ricerca dimostrano gli effetti inibitori della clorochina in vitro sul coronavirus della SARS e nel 2009 anche l’efficacia in vivo su topi infettati con un altro coronavirus. Sempre nel 2003 fu saggiato empiricamente con qualche beneficio, in pazienti con SARS, un antivirale utilizzato contro l’HIV, il lopinavir/r.
Nel 2005 Savarino propone l’utilizzo di clorochina in combinazione con lopinavir e ritornavir contro il coronavirus della SARS.
Con la nuova epidemia riemerge l’interesse per la Clorochina. Ai primi di febbraio 2020 è annunciato un effetto inibitorio di clorochina e ritonavir (una delle due componenti di lopinavir/r) sul nuovo coronavirus nCoV 2019, che condivide con il virus della SARS circa l’80% del genoma. Lo stesso Savarino invita alla cautela “perché spesso effetti osservati in vitro e in modelli animali non si rivelano poi riproducibili quando traslati all’uomo”.
Sperimentazioni con sola Clorochina avviate in Cina, su circa 100 malati CoViD-19, riportano netto miglioramento della sintomatologia e riduzione del periodo di degenza.
L’Azitromicina è un farmaco molto utilizzato nelle forme respiratorie. Studi su larga scala, antecedenti all’epidemia, hanno evidenziato anche su pazienti anziani affetti da polmonite un significativo miglioramento, rispetto ad altri antibiotici. Effetti che riscontro anch’io, nella mia pratica pediatrica.
L’AIFA ha approvato l’uso compassionevole di Clorochina e Idrossiclorochina.
Leggo in un gruppo social per soli medici, la maggior parte impegnati nei reparti CoViD o sul territorio, che alcuni iniziano a utilizzare l’associazione Clorochina-Azitromicina con risultati apparentemente positivi, su pazienti sia con diagnosi clinica e tampone positivo, sia con sola diagnosi clinica, perché non è stato effettuato il tampone.
Oggi sappiamo che circa l’80% degli infetti o svilupperà una forma lieve a remissione spontanea o rimarrà asintomatica. Somministrare a soggetti positivi asintomatici uno o più farmaci, comporterebbe intervenire, in modo potenzialmente non scevro da effetti collaterali, anche su quei molti soggetti che non avrebbero mai sviluppato la malattia.
In una situazione ‘normale’ è giusto richiedere tutte le garanzie possibili prima di ricorrere a un farmaco.
Oggi, soprattutto in Lombardia, la situazione è tale per cui molti sono i pazienti tenuti al domicilio, con contatti solo telefonici perché mancano a noi medici del territorio i DPI (dispositivi di protezione individuale), senza saturimetri e bombole di ossigeno, presidi ormai irreperibili. Quando la sintomatologia si aggrava, si rischia un intervento tardivo. E quand’anche arrivino in Ospedale, con i ricoverati che si aggravano, i ventilatori diventano insufficienti… Tutto è sotto i nostri occhi. E i dati sono sottostimati perché nel computo non si stanno ricomprendendo quei pazienti guariti, malati, deceduti ai quali non è riconosciuta diagnosi di CoViD-19, solo perché non sono stati sottoposti al tampone.
Di fronte all’alto numero di malati e di vittime, nell’assoluta assenza di farmaci specifici, diventa morale il ricorso a quelli di cui si suppone l’efficacia. Di Clorochina e Azitromicina conosciamo effetti collaterali e controindicazioni, possono essere quindi prescritti con margine di sicurezza. Importante sarebbe ottenere linee guida comuni e alto numero di casi trattati, anche ai fini una successiva elaborazione e validazione (oggettivazione) dei dati.

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