Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Buteo
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Caro Gelsomino, si può ipotizzare che il soggetto, che manifesta sintomi lievi, sia stato infettato da una bassa carica virale e/o che, avendo una funzionalità ottimale del sistema immunitario, abbia bloccato il virus là dove è penetrato, a livello delle alte vie respiratorie (naso e faringe). Quando il virus penetra in una cellula, questa esprime sulla sua superficie antigeni del virus riconosciuti come estranei. Attaccata quindi dalle nostre cellule difensive (i globuli bianchi), la cellula infetta libera sostanze che richiamano altre cellule amplificando la risposta infiammatoria. Là dove avviene questa risposta, la mucosa s’ispessisce: a livello del naso-faringe si manifestano i sintomi del raffreddore (naso chiuso per ispessimento della mucosa + secrezione nasale) e fastidio/dolore alla gola. La comparsa di tosse indica che l’invasione virale è scesa a trachea e bronchi, ma il dramma può presentarsi quando a essere invasi sono i bronchioli terminali, che si chiudono a causa del rigonfiamento infiammatorio, e gli alveoli, che hanno parete sottilissima per permettere gli scambi gassosi fra aria e sangue. Chiusura di bronchioli + ispessimento di alveoli inibiscono l’ossigenazione. Se il processo si estende a una vasta superficie polmonare si riduce la saturazione di ossigeno nel sangue e può diventare necessaria una ventilazione assistita. Se il processo non si arresta, il metabolismo si scompensa anche fino a un punto di non ritorno.
Perché i bambini abbiano una risposta difensiva efficace, ancora non lo sappiamo, ma ne siamo felici.
Ieri sera è stato comunicato che l’AIFA ha approvato la sperimentazione di tocilizumab in Fase 2 su 330 pazienti, oltre ad altri farmaci. Per chi volesse riporto il link al sito.
https://www.aifa.gov.it/-/azioni-intraprese-per-favorire-la-ricerca-e-l-accesso-ai-nuovi-farmaci-per-il-trattamento-del-covid-19
Ancora ieri sera il prof. Broccolo, ospite in una trasmissione televisiva, ha comunicato che The Lancet riporta una segnalazione sulla possibile relazione fra utilizzo di farmaci anti-ipertensivi ACE inibitori e sartani, antidiabetici, ibuprofene e capacità invasiva del virus, il che giustificherebbe la gravità della manifestazione della malattia negli anziani, fruitori di questi farmaci. Ritengo assolutamente importante che ipertesi e diabetici proseguano le terapie in corso, che si attengano alle disposizioni di non uscire, di mantenere la distanza di sicurezza e indossare mascherina (o fazzoletto/ sciarpetta) con eventuali contatti esterni per non contagiarsi. La sospensione incontrollata della terapia può avere effetti negativi, e possibilmente anche drammatici, sulla loro salute e un’eventuale rivalutazione terapeutica deve essere fatta solo dal medico che li ha in cura o da altro medico che abbia la competenza. La cosa essenziale in questo momento è avere un comportamento atto a non infettarsi e a non infettare, quindi stare in isolamento.

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