Penso che nessuna domanda sia sciocca, soprattutto quando una situazione è così nuova.
Il cibo di origine animale non trasmette il virus, e neanche quello vegetale, perché il virus della CoViD19 ha il suo habitat e trova il suo nutrimento nelle cellule umane. Non avendo strutture proprie per le sue funzioni vitali, si ‘impossessa’ delle strutture della cellula ospite, deviandone l’attività a suo vantaggio. Può quindi vivere e replicarsi solo all’interno cellula umana entro la quale è penetrato.
Il nostro cibo, potrebbe anche essere ‘contaminato’ (non infetto) sulla sua superficie (come qualunque altra superficie ambientale) dalle ormai note goccioline che espelliamo parlando, starnutendo e tossendo, perché contengono cellule che includono i virus quando emesse da un soggetto contagiato.
L’infezione avviene tramite il contatto interumano e questo giustifica l’isolamento a cui siamo, se non obbligati, assolutamente invitati. Sappiamo che i virus, pur trasmessi massimamente dalle persone ammalate, sono diffusi anche dai soggetti paucisintomatici, da quelli in fase d’incubazione della malattia, quindi prima della manifestazione dei sintomi, e dai portatori sani.
Come si era già scritto, occorre una ‘carica virale’ sufficiente (v. Nuove Frontiere Medicina 04/03/20) perché si manifesti la patologia, per cui, altre modalità, che comportino la trasmissione di quantità scarsa di virus, anche se non totalmente escludibili, sicuramente non sono significative. E comunque l’igiene delle mani, così raccomandata, ci protegge dal trasportare eventuali cellule infette, raccolte toccando superfici contaminate, a contatto delle nostre mucose (di bocca, naso e occhi) attraverso le quali il virus può penetrare nel nostro organismo.