Buteo ci ha riproposto i punti salienti della nostra interazione sull’argomento del coronavirus, riconosco che di persona ho interagito poco, però grazie.
Girando sui social ho trovato il post di una signora conosciuta in Sicilia un po’ di tempo fa; la signora è titolare di un piccolo esercizio di specialità gastronomiche del luogo, prodotte in proprio e davvero buone. In buona sostanza, la signora dice che, passata l’emergenza, dovrà rivedere le priorità della sua vita, perché la vita è una e va vissuta per quello che ha davvero valore (parole sue).
Questa dichiarazione di intenti mi sembra in linea con alcuni commenti che sto leggendo qui. Ho però un timore, riassunto nel detto ‘passata la festa, gabbato lo santo’, anche se di festa non si tratta, anzi!, e c’è poco da gabbare. Voglio sperare di sbagliarmi, voglio proprio sperare che sia così e che dopo resti qualcosa dello spirito che anima i tanti flash mob che corrono sui social. Sarebbe un bel modo per dire grazie agli operatori sanitari che il tempo per fare a sé stessi la stessa dichiarazione di intenti non l’hanno avuto e non ce l’hanno. Le priorità della loro esistenza sono state rimescolate dalla necessità e da quella strana propensione al proprio dovete che si chiama senso civico.
Sono pessimista? Sono scettico? Vorrei davvero sbagliarmi. Un saluto a tutti.