Il diritto alla salute, che è sancito anche dalla nostra Costituzione, non varia a seconda dell’età o della razza o delle possibilità economiche e per noi miriamici è ancora più sacro, se pensiamo al fatto che continuiamo ad operare per ammalati gravi e senza speranza, anche in punto di morte, per far in modo che quell’essere guarisca e non debba più confrontarsi nel suo futuro evolutivo con lo squilibrio che ha generato la malattia di cui soffre in questa vita. Al di là delle considerazioni di ordine etico e politico-economico, spesso in conflitto tra loro come dimostra la necessità di optare tra il freno alla diffusione del contagio e la semplice attesa che gli eventi abbiano il loro corso, io credo che il genere umano sia chiamato in questa circostanza a manifestare il suo stato di maturità o più propriamente di evoluzione maturata. La prevalenza di sentimenti egoistici e di atteggiamenti individualistici denota uno scarso sviluppo del senso di Fratellanza, al di là di ogni credo religioso o politico, e del senso di appartenenza al genere umano inteso come Corpo Unico. In assenza della consapevolezza di essere uniti dallo stesso destino, ogni azione di difesa nei confronti di questo piccolissimo organismo così come di ogni grande trasformazione potenzialmente dannosa dell’ecosistema, fallirà miseramente perché sarà una risposta confusa ad una domanda chiara di presa in carico delle proprie responsabilità. Il covid19 è soltanto un’occasione per mostrare se la specie sia capace o meno di meritare una chance di sopravvivere alle contraddizioni e ai falsi progressi che i suoi rappresentanti esibiscono nei G8. Occorre sperare che la benevolenza dei Numi sostenga i nostri sforzi di difesa, illumini ricercatori e personale sanitario circa le strategie da adottare e conceda ad ogni essere umano di far seguire ad una consapevole riflessione l’opportuno cambio di rotta.