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Buteo
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Concordo con te Alef, sarà impossibile conoscere il numero reale dei decessi da infezione da SARS-2: occorrerebbe il numero effettivo dei contagiati, comprensivi degli asintomatici, che, in quanto tali, non saranno testati e non rientreranno nel computo. Sarà fatta una stima secondo gli algoritmi adottati dall’ISTAT, come avviene per l’influenza e le altre malattie infettive.
Tornerò sul tema della paura, che mi sembra importante indagare in noi, come tu e i fratelli state facendo.
Mi premono al momento alcune considerazioni, anche riprendendo il post di Sal, che non si capacitava di alcune incongruenze, e mi scuso per chi fosse ormai stanco di leggere ovunque di questo argomento.
La chiusura di asili e scuole è importantissima: i bambini non sono in grado e gli adolescenti, ancorché resi consapevoli dell’importanza della distanza fisica, possono essere refrattari al rispetto delle regole. Dopo aver visitato fino a ieri bambini e ragazzini con forme respiratorie febbrili, noto oggi una deflessione nelle richieste di visita, il che coincide sicuramente con una deflessione della diffusione di virus/batteri respiratori. Ci si aspetta che sia così anche per il coronavirus.
Importantissimo è lo spazio raccomandato fra le persone: i virus sono organismi intracellulari e le goccioline respiratorie, che emettiamo parlando, tossendo e starnutendo, trasmettono l’infezione perché contengono cellule infettate dal coronavirus. Non sappiamo ancora quanto sopravviva al di fuori delle cellule, ma s’immagina non a lungo, analogamente agli altri virus. Ci si contagia e si trasmette il contagio lavorando e conversando vicini, scambiandosi effusioni, soprattutto negli ambienti chiusi, che è bene siano arieggiati di frequente.
Non sono da temere incontri ravvicinati ‘momentanei’: s’ipotizza necessario un contatto di almeno una quindicina di minuti. Come per tutte le forme virali, occorre una ‘carica’ (= un quantitativo di virus sufficiente) per causare malattia. È molto probabile che, sempre come per gli altri virus, le piccole quantità non solo non determinino la malattia, ma stimolino il sistema immunitario, in una sorta di vaccinazione naturale.
Per questo riterrei opportuno di non chiudersi in casa, anzi, di incontrarsi fra persone, magari all’aria aperta, e comunque di mantenere la distanza di sicurezza consigliata.
Sempre per queste motivazioni ritengo giustificate e da rispettare tutte le misure che evitino l’accalcarsi sia negli spazi chiusi, sia all’aperto. E che tutti noi ci comportiamo come ‘portatori sani’ del virus, mettendo in atto tutto quanto consigliato per non diffondere il contagio.

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