Decido di intervenire sulla COVID-19, malattia da infezione da coronavirus SARS-Cov-2 perché in questi ultimi due giorni inizia ad aleggiare, fra pazienti e conoscenti, l’idea che si tratti di forma forse anche più leggera dell’influenza stagionale.
Fra i molti report, mi è sembrato esplicativo l’articolo di cui al link:
https://www.focus.it/scienza/salute/tasso-di-mortalita-covid-19, che, pur essendo un po’ complesso, invito a leggere, in quanto evidenzia come la stima del tasso di mortalità non sia affatto precisa se effettuata quando l’epidemia è in corso.
Nel caso, ad es. della SARS (2002-2004), se durante il contagio l’OMS parlava di una mortalità del 4%, al termine il ricalcolo dimostrò che fu invece del 9,6%.
Infatti, il calcolo comunemente utilizzato (morti/casi) è impreciso perché dividendo il totale delle morti a oggi per i casi a oggi registrati, s’includono anche i nuovi infetti, dei quali non si sa ancora se guariranno o moriranno.
Il tasso di mortalità della Covid-19 che, per ora, appare inferiore al 2,5%, sarebbe quindi decisamente sottostimato.
L’articolo espone due modalità di calcolo per arrivare a un’indicazione più affidabile del tasso di mortalità quando l’epidemia è in corso.
Col primo, che cerca di “riallineare” i dati di morti e contagi, il tasso diventerebbe del 5,7%.
Col secondo, che propone la formula: morti / (morti + guariti), il tasso a livello mondiale salirebbe all’11%.
Oltre alla mortalità, che al momento risparmia la popolazione più giovane, a preoccupare è il numero di persone che necessitano di ricovero, e non tanto per i 345 pazienti sintomatici al 28 febbraio ricoverati in Italia in ambiente ospedaliero, quanto per i 64 pazienti gravi in terapia intensiva, ai quali, verosimilmente se ne aggiungeranno altri, e non sappiamo quanti, nei prossimi giorni. Sappiamo però che i posti letto nelle Unità di Terapia Intensiva rischiano di essere presto saturati.
Ritengo che l’invito a non farsi travolgere dalla paura, non debba mutarsi nella minimizzazione del potenziale pandemico del SARS-Cov2. Come i coronavirus umani, (responsabili d’infezioni respiratorie generalmente lievi, quali riniti e tracheiti) mostra anch’esso notevole capacità diffusiva, ma, diversamente da quelli, possiede uno specifico tropismo per le parti più interne del polmone, dove avvengono gli scambi gassosi. Se a ciò si somma la mancanza di memoria immunologica dell’organismo umano (perché non lo ha mai incontrato), si spiega l’alta potenzialità di infezioni polmonari severe.
I nostri Maestri, che ringrazio, ci hanno insegnato a proteggerci con gli strumenti della Medicina Ermetica, che inoltre coadiuvano e potenziano quelli messi in atto dalle conoscenze scientifiche e ci ricordano l’importanza di attenersi alle disposizioni del Ministero della Sanità, espressione delle linee guida dettate dall’OMS, per evitare di contagiarsi e di diffondere il contagio.
Sarebbero ancora molte le cose di cui parlare. Penso però che sia preferibile venire incontro a eventuali vostre domande, alle quali potrò cercare di rispondere, entro i limiti delle mie conoscenze, insieme ai colleghi medici e soprattutto per ricevere le indicazioni dei nostri Maestri.