Rispondi a: Il cibo filtrato dai 5 sensi e… sublimato dal sesto senso

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Angelo
Partecipante
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Ho letto le Vostre osservazioni su questo tread che mi hanno fatto molto riflettere. senza voler entrare nello specifico della discussione, in quanto non credo di averne spiccate capacità, sul punto credo sia anche di aiuto ricordare un esempio che da millenni è praticato da milioni di fedeli: il rito dell’Eucarestia. Con l’atto di “mangiare” l’Ostia consacrata, il fedele partecipa ad un pranzo che non è assolutamente riconducibile al valore del nutrimento materiale, ma bensì solo e soltanto a quello spirituale. Non mi volgio richiamare ad un dogma di tipo religioso (in quanto la fede è personale e viene vissuta da ognno di noi in modo diverso), ma è del tutto chiaro che la storia ci insegna che il nutrimento può e deve anche essere portato su di un livello superiore a quello dei cinque sensi. Se si ripensa all’Eucarestia, introducendo nel corpo un pezzetto di pane, viene immediatamente sublimata l’idea del contatto con il Cristo, rendendo l’atto un atto di magia per il credente.
Da qui, si può anche partire per un viaggio a ritroso nel tempo, dove si trovano numerosi precedenti in cui l’atto del “mangiare”, corrisponde esattamente a voler stabilire un “contatto” con elementi superiori, divini o no.
Io mi attengo ad una dieta leggera, soprattutto vegetale, evito il glutine (anche se non sono ciliaco) e la carne. Ma le poche volte che torno ad assaggiare piatti della mia infanzia, il c.d. sesto senso mi pervade, perchè in quel momento il cibo diventa anche un nutrimento dell’anima, risvegliando ricordi così piacevoli e a volte persi nella memoria, da rendere quell’atto unico.
Vi abbraccio e Vi saluto.

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