Rispondi a: Farmaco come veicolo di volontà

Home/Il Forum della Schola/Farmaco come veicolo di volontà/Rispondi a: Farmaco come veicolo di volontà
ippogrifo11
Partecipante
Post totali: 165

Benvenuto nel sito G_B! Augurandoti una serena e interessante navigazione, ci auguriamo anche di leggerti spesso.
Sono totalmente digiuno circa le pratiche tibetane o buddiste sulla preparazione dei farmaci, ma, da quel che dici, parrebbe che presso quelle culture tale preparazione non sia disgiunta dall’esercizio di pratiche rituali. Ebbene, come certamente sai, il processo che porta alla realizzazione di un farmaco nell’industrializzato mondo occidentale è molto lontano da quel tipo di pratiche, sia per approccio culturale sia per modalità di realizzazione, e perciò l’immagine alla quale ricorri, quella dell’essere vivente, si porrebbe, a mio parere, solo nei termini di un’analogia molto astratta, per quanto suggestiva. Semmai, restando nell’ambito di quanto è nella prassi della scienza farmacologica, che non bisogna dimenticarlo propizia innegabili benefici nella cura delle patologie, la questione sta nel come, se possibile, aggiungere al risultato finale dell’approccio meccanicistico che presiede alla realizzazione di un farmaco (a partire dalla sua “ideazione” fino alla sperimentazione conclusiva), un “quid” che potenzi l’azione del farmaco stesso, nel senso di moltiplicarne l’efficacia ed eliminarne, o quanto meno ridurne, la nocività degli effetti collaterali quasi mai assenti. La Scienza Ermetica dispone di strumenti tradizionali che vanno in questa direzione e il cui uso è strettamente connesso con la volontà dell’operatore che vi fa ricorso, volontà che per patto imprescindibile è votata esclusivamente al Bene. E’ in questo senso, allora, che si può parlare appunto di farmaco come “veicolo” di volontà, in quanto portatore di quel quid aggiuntivo “donatogli” dall’azione dell’operatore ermetico.
Buona giornata a te e a tutti i naviganti.

Iscriviti alla Nostra Newsletter

Normativa Privacy