Fra le tante cose interessanti che state dicendo aggiungo che credo non sia un unico scopo (finalità) nella vita a determinare intolleranza o atteggiamenti assolutisti, piuttosto il modo in cui viene attuato. Faccio un esempio: uno scienziato che vive la sua vita per scoprire un farmaco che possa debellare una certa malattia. I problemi nascono quando la sua scoperta entra nei circuiti economico/politici/sociali e di potere. Poi esiste la mania, l’idea fissa (e entriamo nel campo delle psicosi e delle patologie) che governa la vita, ma certo non può essere considerata uno scopo. L’elasticità mentale e di vita, il rifuggire i dogmi, la credulità e ogni forma di fede cieca e delirante sono gli ingredienti necessari per non essere assolutisti anche da parte di chi apparentemente persegue più scopi.