Sempre in materia di cibo e nutrizione: mi capitò di leggere un libro intitolato “Le forze che dormono in noi”. In un capitolo dedicato appunto all’alimentazione, si portava molto l’attenzione sullo stato mentale nell’atto di mangiare, con molte raccomandazioni ad una sempre maggiore “dose” di consapevolezza tra i pensieri e quindi le emozioni che ne scaturiscono mentre si è intenti a consumare il pasto. L’autore si spingeva fino al punto da considerare addirittura prevalente un cattivo pensiero rispetto ad un buon cibo, nell’operazione metabolica che l’organismo nella sua complessità di elaborazione pone in essere, quando riceve contemporaneamente sia l’uno che l’altro. A parte le considerazioni in tale ambito, che non conosco come possano tramutarsi in un dato controllabile, però in tutti gli scritti che affrontano il problema da tale angolatura, compaiono su per giù le stesse indicazioni, per cui vale davvero la pena di porre in essere uno sforzo costante in tale direzione per affrontare ogni pasto con il giusto stato d’animo.
Un caro saluto ed una buona serata a tutti.