Molto pragmaticamente e per restare con i piedi ben piantati per terra, anche se mi rendo conto di quanto sia calamitante il fascino che accompagna le suggestioni del pensiero, in particolare quelle sospinte dalle incursioni ardite della scienza di frontiera, suggerirei di focalizzare l’attenzione sul tempo della quotidianità e di provare a dilatare gli intervalli di consapevolezza della nostra condizione di miriamici. L’ideale sarebbe far coincidere tali intervalli con l’intero periodo di veglia, e magari non solo quello.
Ma, chissà, forse è proprio quello che voleva intendere il nostro Alef2006. O no?
- Questa risposta è stata modificata 5 anni, 8 mesi fa da ippogrifo11.